Esiste un progetto finanziato principalmente dal MiPAAF, nell’ambito del programma OIGA per i giovani imprenditori agricoli, che ha l’obiettivo di mettere in evidenza criticità e limiti alla produzione di biomasse destinate alla filiera dei biocarburanti, sui seminativi di un’azienda agricola di medie dimensioni. Attraverso sperimentazioni di campo con colture a ciclo autunno-vernino e primaverile-estivo, condotte presso l’azienda agricola Lucagnano, in provincia di Pisa, sono stati evidenziati i limiti alla produzione di biomasse sia da un punto di vista produttivo che ambientale. Particolare attenzione è stata rivolta ai vincoli sia di carattere agronomico che correlati alla sostenibilità della coltivazione per alcune specie dedicate alla filiera del bioetanolo (mais e sorgo zuccherino) e dell’olio vegetale puro o del biodiesel (girasole alto oleico, colza e cavolo abissino).
Sono state valutate le
performances produttive delle cinque colture in un sistema in asciutta e low input ed i risultati sono stati impiegati per compiere valutazioni circa la loro sostenibilità energetica. E’ stata verificata la vocazionalità pedo-climatica del territorio per le specie di nuova introduzione, quali il Cavolo abissino (
Brassica carinata) e il sorgo zuccherino e si è osservata l’eventuale competizione tra il settore alimentare ed energetico, relativamente alla produzione di mais. Dall’indagine è emerso che colza e girasole alto oleico hanno migliore adattabilità al pedo-clima locale, con rese finali soddisfacenti e rendimenti energetici buoni al netto dei costi; al contrario, per le altre specie sono stati evidenziati forti limiti all’avvio delle rispettive produzioni di biomasse.
foto: sorgo zuccherino