La relazione bio-agronomica del Prof. Tiziano Caruso e quelle entomologiche del Prof. Santi Longo e del Dott. Pompeo Summa, hanno evidenziato le seguenti peculiarità: la coltura di questa importante specie arborea da frutto, oggi relegata in massima parte nei secolari “pistacchieti naturali” delle pendici dell’Etna e nell’Agrigentino è caratterizzata da lungo periodo improduttivo, bassa produttività e alternanza di produzione. Questi ed altri problemi agronomici dissuadono gli imprenditori agricoli siciliani dall’intraprenderne la coltura. Oggi, però, la disponibilità di nuovi portinnesti (P. integerrima, P. atlantica e ibridi tra le due specie); lo sviluppo di tecniche vivaistiche che consentono di approntare piante innestate; la selezione di “impollinatori” con fioritura contemporanea rispetto alle cultivar femminili; l’adozione di tecniche colturali che possono contribuire ad attenuare largamente il fenomeno dell’alternanza di produzione, costituiscono i presupposti agronomici per il rilancio della pistacchicoltura in Sicilia, che dovrà avvenire in aree irrigue e meccanizzabili. Una nota positiva è costituita dalla crescente domanda dei mercati europei di frutti pelati, farine e creme, ottenuti dalle nostre produzioni tipiche per il colore verde dei cotiledoni. Anche l’indeiscenza dei frutti è da considerare positivamente perché evita l’infezione di
Aspergillus spp e la conseguente produzione di aflatossine, fortemente cancerogene. Con riferimento alla difesa va detto che delle oltre 100 specie di insetti e acari fitofagi segnalati nel mondo su pistacchio, lo xilofago Scolitide (Hylesinus vestitus) e il Verme del pistacchio (Megastigmus pistaciae) erano le sole conosciute dai pistacchicoltori siciliani; occasionali sono le infestazioni della Tignola delle foglie (Teleiodes decorella) e di qualche cocciniglia (Saissetia oleae, Ceroplastes rusci e Melanaspis inopinata). Recentemente nei pistaccheti della valle del Platani, in provincia di Agrigento, è stata riscontrata la diffusione, in forma altamente infestante, di una seconda specie spermocarpofaga (Eurytoma plotnikovi) da tempo nota in Oriente, in altri Paesi del Bacino mediterraneo e in California, dove arreca gravi danni alle produzioni, variabili dal 40 al 100%. Nell’ambito di uno specifico progetto di ricerca sono in corso di svolgimento in Sicilia indagini sulla diffusione e sulla bio-ecologia del nuovo infestante finalizzate all’acquisizione delle conoscenze utili per effettuare razionali interventi di lotta che minimizzino gli effetti secondari sulla biocenosi del pistaccheto".
FOTO: l’antico sistema di asciugatura dei frutti di pistacchio
FOTO 2: una femmina adulta di Eurytoma plotnikovi sfarfallata da una drupa di pistacchio