La nostra popolazione ha quasi radicalmente eliminato il residuo di quello che era il diffuso analfabetismo nel secolo scorso, ma ha trascurato di far capire a tutti che saper “leggere e scrivere” non è necessario per essere colti e qualificati. E’ tuttora dolente l’errore di lasciar crescere autonome presunzioni e pretese, anche se con diritti privi di paralleli doveri.
Anche i cambiamenti della formazione scolastica hanno accompagnato nel tempo nuove sorgenti sociali, superate spesso scambiando posizioni tra ricchi che diventano poveri e viceversa, mentre furbi poveri sanno diventare ricchi anche a grandi livelli. La popolazione ha sempre più rapidamente continuato a mescolarsi e confondersi tra nuovi ricchi o subendo rischi di diventare poveri. Queste realtà derivano soprattutto da effetti sociali dettati sempre più spesso da politici che si specializzano nella ricerca di più numerosi votanti.
Purtroppo, anche per le eccessive tolleranze nel confronto di azioni disoneste, emerge sempre più la gravità di legittimanti frodi, mafie, corruzioni, clientelismo, ecc.
Siamo immersi ormai in grandi pantani che crescono come indegni letamai. Non sarà facile riportare ad una corretta civiltà né i nostri cittadini e neppure i nuovi immigrati. Dobbiamo confidare sulla ragione e impegnarci con coloro che possono comprendere cosa significhi essere degni della loro esistenza.