Negli agrumeti della Sicilia orientale è stata rilevata la presenza di 25 specie di Formicidi afferenti a 17 generi diversi. Una delle più diffuse negli impianti a conduzione biologica è
Lasius alienus che protegge Cocciniglie e Afidi, produttori di melata della quale si nutre. Le sue popolazioni diffuse dall’Europa occidentale all’Asia, fino in Giappone e nel nord America, sono ampiamente separate e costituiscono un complesso di specie criptiche, tutte monoginiche. Le loro colonie hanno dimensioni medie variabili da 10.000 e 50.000 unità. Il tegumento è di solito nero, alle volte bruno più chiaro. Il corpo delle operaie è lungo circa 2,5-3,5 mm, quello dei maschi 3–4 mm. Le regine, che misurano 7–8 mm, hanno il capo più stretto del torace, le ali ialine, o leggermente offuscate. I riproduttori alati, femmine feconde e maschi, sciamano dall’inizio dell’estate fino al mese di ottobre. Le regine si portano nel terreno, sotto sassi, eccezionalmente negli alberi; a differenza di quelli della congenere
Lasius niger, preferiscono terreni non lavorati, anche aridi o con rada vegetazione, dove costruiscono i loro nidi sotto i sassi, raramente in campo aperto dotandoli di vari ingressi. Si nutrono principalmente di insetti, sia vivi che morti, di nettare e della melata di Afidi e Cocciniglie che, spesso, trasportano nei loro nidi sotterranei, allevandoli sulle radici di varie piante.
L. alienus è una specie sinantropica che nidifica anche sotto le pavimentazioni e tende a entrare nelle abitazioni in cerca di cibo. Le formiche comunicano tra loro per mezzo di feromoni diversi, secreti da ghiandole esocrine, che percepiscono con i sensilli posti, soprattutto, nelle antenne; con gli stessi sensilli vengono percepiti i feromoni di aggregazione degli Afidi, che vengono così individuate. L’individuo che trova una fonte alimentare segna un percorso sulla via del ritorno al nido, lasciando una traccia feromonica che viene seguita da altre foraggiatrici che, una volta raggiunto il cibo, fanno ritorno al nido seguendo lo stesso percorso e contrassegnandolo con ulteriori segnali chimici. Quando la fonte di alimento si esaurisce, il percorso viene abbandonato e l'odore svanisce lentamente. I feromoni vengono anche mescolati al cibo e scambiati tra i componenti della colonia tramite la trofallassi, il che consente il trasferimento di informazioni all'interno della colonia. Sul comportamento delle formiche, che cercano un percorso tra la loro colonia e una fonte di alimento, nel ‘900, è stato proposto il primo algoritmo, inteso come “una sequenza ordinata e finita di passi (operazioni o istruzioni) elementari che conduce a un ben determinato risultato in un tempo definito”. Successivamente sono stati sviluppati diversi metodi sul comportamento delle formiche, noti come “algoritmi delle colonie di formiche”, “ottimizzazione delle colonie di formiche” e “formiche artificiali”. Il controllo demografico di
L. alienus è necessario, se le foraggiatrici si introducono negli edifici alla ricerca di alimento. Negli agrumeti, prima del rilascio di entomofagi per la lotta biologica alle Cocciniglie:
Planococcus citri, Saissetia oleae e Aonidiella auranti, occorre individuare e distruggere, con mezzi meccanici e/o chimici, il nido, generalmente sotterraneo, assicurandosi di avere eliminato la regina. Negli ambienti antropizzati e nei pressi degli edifici, è consigliabile non utilizzare insetticidi ma dopo la distruzione del nido occorre incorporare, nel sito, gesso, fondi di caffè, talco, o altre sostanze sgradite alle formiche. In tali ambienti, o nelle abitazioni frequentate dalle formiche, validi risultati si ottengono con l’impiego di esche insetticide in gel liquido, a base di imidacloprid, denatonium benzoato e coformulati. Vanno applicate piccole gocce nelle fessure dei muri o del pavimento, nelle zone nascoste e nei luoghi dove si osservano le file di formiche. Individuata l’esca le foraggiatrici, dopo essersene alimentate, ritornano nel nido dove, attraverso il meccanismo della trofallassi, l’insetticida arriva fino alla regina, che muore nel giro di alcuni giorni, con conseguente dissolvimento della colonia.
Foto: Foraggiatrici che si nutrono di una goccia dell’esca sul pavimento e sul beccuccio del contenitore.