Il 5 giugno 2018, ha avuto luogo al Dipartimento di Scienze Agrarie, Alimentari e Forestali dell’Università di Palermo, un incontro su
“Il problema dei cinghiali e del loro controllo”, organizzato dalla Sezione Sud-Ovest dell'Accademia dei Georgofili.
Ha aperto l'incontro il Presidente della Sezione, Rosario Di Lorenzo e, dopo i saluti dell’Accademico Stefano Colazza, Direttore del Dipartimento di Scienze Agrarie, Alimentari e Forestali, e di Salvatore Caltagirone, Commissario Straordinario Ente Parco Delle Madonie, è intervenuto l’Accademico Francesco Giulio Crescimanno il quale ha illustrato le ragioni dell’incontro e cioè la necessità di chiarire alcuni aspetti sullo status del cinghiale in Sicilia, sui danni del cinghiale agli agroecosistemi e agli ecosistemi forestali e sulle possibilità di tenere sotto controllo le popolazioni di questo suide.
Barbara Franzetti dell'ISPRA (Roma), ha trattato l'argomento dell'emergenza cinghiali e delle problematiche tecniche, operative e normative del loro controllo. La ricercatrice ha messo in evidenza che non è tanto utile il censimento delle popolazioni quanto il censimento dei danni causati e che ci sono una serie di complicati aspetti burocratici e veterinari che vanno obbligatoriamente superati per effettuare abbattimenti e catture con chiusini. Ha anche messo in evidenza che l'unico modo per fare diminuire la popolazione è l'abbattimento mirato di individui di sesso femminile.
È seguito l'intervento di
Tommaso La Mantia (Dipartimento di Scienze Agrarie, Alimentari e Forestali dell’Università di Palermo, in collaborazione con Bruno Massa e Rafael De Silveira Bueno) che ha mostrato numerose immagini scattate con fototrappole nella Riserva Naturale di Ficuzza, illustranti la continua presenza di numerosi cinghiali con 10-12 piccoli. Ha inoltre discusso dei danni al suolo e alla vegetazione evidenziando peraltro, il ruolo marginale che i cinghiali hanno nella dispersione di semi di piante forestali.
L'intervento dell’Accademico
Giuseppe Asciuto ha ricostruito le fasi dell'introduzione del cinghiale in Sicilia negli anni '70 del 1900 ed ha messo in evidenza le difficoltà di valutare in termini economici i danni ambientali e all'agricoltura da esso causati. Infine ha proposto di dare inizio con urgenza ad una fase progettuale a cui dovrà seguire un programma attuativo, per l'eradicazione della specie in Sicilia.
Giuseppe Provinzano (Rangers, Gestore Riserva Monte Pellegrino) ha illustrato le esperienze concrete dell'attività di controllo dei cinghiali da parte dell'Ente gestore della Riserva Naturale; in particolare ha evidenziato le difficoltà burocratiche che hanno di fatto reso inefficace il metodo di cattura con le trappole, nonchè le difficoltà pratiche derivanti dalla diffidenza della specie nei confronti dell'uomo.
L’ultima relazione di
Peppuccio Bonomo ed
Egidio Mallia (Funzionari dell’Ente Parco delle Madonie) ha presentato il Piano di Controllo dei suidi nel Parco ponendo l’attenzione sulle difficoltà delle catture e sulla circostanza che i numeri degli abbattimenti siano decisamente più alti rispetto a quelli delle catture.
L'incontro si è concluso con una ampia e articolata discussione sui temi trattati, nel corso della quale è emerso in modo univoco che i cinghiali rappresentano un reale problema nella gestione del territorio agroforestale e la necessità di intervenire con urgenza e in modo coordinato per il loro controllo, rimuovendo i tanti ostacoli soprattutto di ordine burocratico che oggi rendono difficile e poco efficace il controllo dei cinghiali negli ambienti urbani e nei territori agroforestali.