Il Corpo Forestale dello Stato sta sperimentando l’impiego di droni, piccoli aeromobili comandati a distanza, nelle attività di contrasto dei reati che riguardano l’ambiente.
Le termocamere montate a bordo dei droni sono in grado di rilevare rifiuti e sversamenti, il più delle volte invisibili ai normali controlli effettuati su terra. Come avvenuto nel corso di una recente indagine sul territorio campano, che si è avvalsa di queste tecnologie e che ha consentito di rilevare la contaminazione fecale per fogne che giungevano direttamente nel mare o di individuare un caseificio che ripuliva le proprie vasche senza alcuna depurazione, fino alla scoperta dello spargimento di letame pompato nei bacini idrici dagli allevamenti zootecnici.
Diversamente da elicotteri o aerei, grazie alla loro maneggevolezza, questi apparecchi possono volare anche di notte in maniera discreta ad una quota molto bassa e quindi raccogliere dati estremamente dettagliati sul suolo e sulle acque. In particolare consentono di rilevare presenza e tipologia di rifiuti, di georeferenziare il territorio e di monitorare in 3D le matrici di aria, di acqua e di suolo.
Da
Il Forestale anno XII n° 67
Foto: italoeuropeo.it