“Cambiamenti climatici e agricoltura del futuro: una rivoluzione“smart”, questo è il titolo della prolusione che il prof. Giampiero Maracchi ha svolto per l’inaugurazione ufficiale del 259° anno accademico dei Georgofili.
Il Prof. Maracchi ha evidenziato come il terzo millennio sia iniziato con una crisi, strutturale e non congiunturale, climatica, ambientale, alimentare, economica, politica ed anche etico-morale, che richiede risposte dettate da riflessioni di ampio respiro. La crisi climatica determinata dall’aumento dei gas ad effetto serra si concretizza nell’aumento della intensità delle piogge e nei conseguenti eventi alluvionali, nelle persistenti siccità ed aumento delle aree aride del mondo, nelle ondate di calore ed anche nelle ondate di freddo. L’insieme di questi fenomeni estremi dipende da quanto petrolio abbiamo consumato nel secolo scorso e richiede quindi una revisione del modello di sviluppo legato alla cosiddetta globalizzazione. L’agricoltura in questo contesto gioca un ruolo rilevante perché da un lato, pur contribuendo all’effetto serra con i macchinari che utilizza, attraverso le piante assorbe l’anidride carbonica dell’atmosfera in misura 4 volte superiore a quanta ne produce (peraltro solo il 13% del totale).
Maracchi ha ribadito che l’agricoltura diviene sempre più necessaria per garantire la sicurezza alimentare. Può risolvere molti altri problemi come quello della disponibilità di materie prime (l’amido da cui si produce la bioplastica) o le fibre tessili o la produzione di energia alternativa, in varie forme.
Fortunatamente, ha sottolineato Maracchi, vi sono segnali generali di un cambiamento globale di rotta rispetto al ruolo dell’ agricoltura; come si evidenzia con la presa di posizione di autorevoli personaggi o dal documento preparato dalla recente Conferenza di Cancun sui cambiamenti climatici.