“Pronto a ridiscutere in modo pragmatico” la posizione adottata dal Consiglio dei ministri dell’Unione europea, del 2007, che prevedeva l’abolizione dei diritti di impianto dei vigneti.
Fermo, ma al tempo stesso possibilista, il commissario Ue all’Agricoltura, Dacian Ciolos, fa intravedere delle aperture sul tema della liberalizzazione degli impianti viticoli. Ciolos dal Vinitaly di Verona ha mandato un messaggio ‘distensivo’ che però non esclude l’introduzione di nuove misure “perché – ha detto – dobbiamo prima analizzare se effettivamente i diritti di impianto sono uno strumento efficace per governare il settore”.
Dalla prima riunione del gruppo il prossimo 19 aprile, “emergeranno – ha sottolineato il Commissario Ue - indicazioni utili per capire quale sarà l’impatto sul mercato, nel caso di abolizioni dei diritti di impianto”, dice il Commissario europeo, che non dimentica di ricordare come la decisione di abolire i diritti di impianto è stata presa dalla maggioranza del Consiglio nel 2007.
Tuttavia il fronte anti-liberalizzazione dei diritti di impianto si è ampliato e comprende ora 14 Paesi, fra i quali i principali produttori di vino: Italia, Francia, Germania, Spagna, Romania, Grecia, Portogallo, Repubblica Ceca, Ungheria, Austria, Slovacchia, Lussemburgo, Cipro e Slovenia.
da: agrimpresa CIA del 27 marzo 2012
(foto: biologicomagazine.it)