Quintuplicare la tassazione in agricoltura significa mettere fuori mercato più di 200mila imprese. Per tale motivo Confagricoltura, Cia e Copagri chiedono "di rivedere l'impatto dell'Imu, dal momento che l'imposizione fiscale anche sui fabbricati rurali, strumentali all'attività di coltivazione o di allevamento, e' una profonda iniquità, che non trova giustificazione alcuna. Un'imposta assurda e penalizzante - secondo le imprese - che determinerà un vero e proprio "salasso" da 1,5 miliardi di euro, rispetto agli attuali 300 milioni circa di gettito, ai quali potrebbero aggiungersi altri 2-3 miliardi di euro per l'accatastamento, pesano anche i costi contributivi e burocratici giunti ormai a livelli insostenibili". Questo il grido d'allarme lanciato a Roma lo scorso 13 marzo, durante una manifestazione in piazza Montecitorio davanti alla Camera dei Deputati, dai presidenti di Cia Giuseppe Politi, di Confagricoltura Mario Guidi e di Copagri Franco Verrascina. "L'agricoltura e' una risorsa vitale per il nostro Paese e non si può - hanno rimarcato i tre presidenti- frenarne la competitività e affossarla con insostenibili tasse. Questo non significa che il mondo agricolo voglia, vista la fase critica che attraversa il Paese, sottrarsi alle proprie responsabilità. Siamo pronti ai sacrifici, ma non possiamo accettare misure distruttive dell'imprenditoria agricola”.
Fonte: AGI - 13 marzo 2012 (foto: roma.ogginotizie.it)