Il suolo è lo strato sottile della terra che svolge funzioni fondamentali per i bisogni e il benessere dell’uomo.
Nel tempo le pressioni sul suolo sono sempre più aumentate per effetto delle differenti necessità e attività umane.
Queste sono in continuo aumento e in competizione e vengono soddisfatte senza tenere conto della diversità dei suoli, della loro funzione e della loro potenzialità.
La situazione è esacerbata dalla pressione demografica e da un momento economico che pone all’uomo priorità di tipo non ambientale. Di conseguenza i suoli sono degradati in modo anche molto diversificato, in dipendenza delle pressioni cui sono soggetti e della loro resilienza.
In Europa, nella seconda metà del ventesimo secolo lo sviluppo agricolo, industriale ed urbano ha notevolmente degradato i suoli e le loro funzioni.
Anche nel nostro Paese, gli ultimi decenni sono stati particolarmente disastrosi: erosione, urbanizzazione, frane e alluvioni, contaminazione locale e diffusa, salinizzazione, entisolizzazione, sono i problemi principali.
Altri ne sono sorti in questi ultimi decenni e riguardano la notevole diminuzione della pedodiversità nelle aree a maggiore redditività agricola e il consumo di suolo legato alla enorme diffusione degli impianti fotovoltaici.
Poco viene fatto per contrastare o al più attenuare tale situazione. Ciò è in gran parte dovuto alla non consapevolezza, in tutte le sfere della società, di che cosa realmente sia il suolo e del perché è necessario conservarne inalterate le funzioni.
Produttori, amministratori e politici sono accomunati in questa non consapevolezza che affonda le radici nella diffusa mancanza di una cultura del suolo.
FOTO: La foto mostra il profilo di un suolo antropogenico, propositivamente classificato come Geomiscic Anthrosol (da: Dazzi et al., Geoderma, vol. 151, 2009, doi: 10.1016/j.geoderma.2009.03.013)