Nel Gennaio 2012 a Imola, il Corso di Laurea sul Verde Ornamentale dell’Alma Mater Studiorum ha organizzato un convegno su ”VERDE ARCHITETTONICO IN AMBIENTE URBANO”. Molte ed interessanti le relazioni di studiosi e operatori italiani ed esteri; ma non tutti pienamente soddisfacenti.
Le relazioni presentate ad Imola mirano ed approfondiscono differenti aspetti dei problemi del verde: dalle strategie, alla fitodepurazione, alla vegetazione sulle coperture, al verde verticale in ambiente urbano, ai problemi economici , alle soluzioni tecniche innovative. Tutto questo può far pensare a quanto siamo bravi a correggere gli errori di chi ci ha preceduto negli anni ’50 - ‘80 pensando solo al calcestruzzo, ai parcheggi, all’asfalto, alle resine , alle coperture vetrate o ai ponti sospesi nel cielo.
Mi si permetta di non essere affatto d’accordo. Il sottotitolo del convegno precisava “problemi tecnici e sostenibilità economica”. Ma la sostenibilità biologica, la sostenibilità potenziale, la reale durata ed a quale costo, non solo in termini di moneta ma di materie prime fondamentali , acqua ed aria tanto per intenderci, la abbiamo veramente messe in bilancio?
Da qualche anno molti ricercatori in tutto il mondo si pongono il problema della allarmante riduzione della disponibilità di acqua per alimentare, per depurare, per far sopravvivere una gran parte di umanità che è abituata a considerare l’acqua un bene a costo zero e, soprattutto, di illimitata disponibilità nonostante gli allarmi che da decenni gli esperti lancino. Ma sappiamo bene che gli “ esperti” quando sostengono verità in contrasto con gli interessi economici o di lustro di alcuni gestori della cosa pubblica, non vengono ascoltati.
Nelle così dette nuove tecnologie, molte delle quali tanto nuove che i principi risalgono ad Erodoto, quanto è stato veramente studiato il problema del risparmio gestionale dell’acqua? I progettisti si sono chiesti chi domani, tra un anno, o tra cinque o dieci anni fornirà l’acqua necessaria a tutto l’indispensabile verde architettonico in ambiente urbano?
I fondi stanziati, l’impegno lodevole della ricerca, lo sforzo di tutti noi e voi non rischia di andare, come tante, troppe cose, nel dimenticatoio, i miliardi di Euro spesi non sarebbero stati meglio impiegati nella ricerca approfondita dei problemi di base sopra accennati, nel rispolverare e diffondere l’uso di specie adattabili ai nuovi differenti climi?
Non dobbiamo pensare ad un verde sostenibile solo nell’immediato, ma tentare di esaminare se questa sostenibilità sarà ancora efficace almeno tra 10 anni (termine correlato oggi con la lunghezza della “vita “ politica media di un amministratore pubblico) o non obbligherà chi allora sarà al lavoro a rifare tutti i conti e a riproporre ai cittadini nuove spese, al solo scopo di ottenere voti.