Il governo trascura uno degli sconvolgimenti più importanti della nostra epoca: le conseguenze del cambiamento climatico sulla sicurezza e la stabilità mondiale.
I rapporti annuali del Consiglio norvegese per i rifugiati mostrano, da molti anni, che vi è un maggior numero di rifugiati climatici che di rifugiati legati ai conflitti nel mondo. E non è che l'inizio: l'ONU prevede 250 milioni di rifugiati climatici sul pianeta nel 2050, e altri rapporti parlano addirittura di 1 miliardo!
Nel suo rapporto 3S (sostenibilità, stabilità, sicurezza) il Fondo mondiale per la Natura, WWF (…) propone di destinare una parte dell'aumento dei budget della difesa (le spese militari hanno toccato quota 1.686 miliardi di dollari nel mondo nel 2016) al finanziamento dell'adattamento dei paesi più fragili alle conseguenze del cambiamento climatico.
Un simile investimento potrebbe ridurre i rischi di destabilizzazione in intere regioni e dunque limitare l'aumento della conflittualità e delle migrazioni. Sarebbe una spesa pubblica, finanziata con le nostre tasse, più efficace (poiché tratterebbe le cause e non le conseguenze) e più umana. Il rapporto pubblicato il 19 marzo dalla Banca mondiale ("Groundswell, prepararsi alle migrazioni interne"), che stima a 143 milioni il numero di profughi climatici nel 2050, direttamente legati al riscaldamento, sottolinea che se i politici agissero, questo numero potrebbe ridursi dell'80%!
Pascal Canfin, “Le Monde”, 28/3/2018
Da Agrapress, rassegna stampa estera n. 1245, 3/4/2018