Fra le diverse malattie degli agrumi ad eziologia virale o sostenute da altri agenti patogeni che apportano nella pianta manifestazioni virus-simili (fitoplasmi, alcuni batteri), non poche vengono diffuse per mezzo di specifici insetti vettori e in un caso (
Citrus leprosis) persino da acari. La conoscenza dei rapporti di trasmissione che si instaurano tra pianta-vettore-agente patogeno, assume di conseguenza un’importanza determinante nel processo di gestione della malattia, al fine di poter contenere la sua diffusione epidemiologica. Le attuali conoscenze su scala mondiale indicano fra le cennate malattie agrumicole otto casi in cui la loro diffusione in campo avviene per mezzo di questi organismi animali che, nel caso degli insetti, sono esclusivamente rappresentati da specie appartenenti ai gruppi degli afidi, delle psille o delle cicaline. Tutti tali organismi vettori sono succhiatori di linfa delle piante e operano, di conseguenza, la loro trasmissione – sia pure con modalità talvolta diverse da caso a caso – attraverso il passaggio da una pianta ammalata (da cui, alimentandosi, prelevano l’agente patogeno) ad altre sane allorché si portano su queste per proseguire nel tempo la loro attività trofica. In linea di massima questi organismi animali vettori sono specie vincolate più o meno stabilmente alle stesse piante di agrumi che sono sensibili agli agenti patogeni predetti (come nei casi degli afidi, delle psille o degli acari citati); ma in qualche altro caso (quale quello delle cicaline vettrici) i rapporti trofici tra vettore e pianta possono essere persino occasionali o saltuari, in quanto le specie responsabili non sono stabilmente vincolate agli agrumi per la loro sopravvivenza alimentare. Ne consegue, in ogni caso, che la lotta contro questi vettori, se da un lato si rende molto utile per prevenire la diffusione delle malattie in causa, dall’altro appare difficile e aleatoria in quanto non si riesce pienamente ad impedire del tutto la loro azione inoculatrice. Emerge, quale ovvia conseguenza, l’interesse basilare ad impedire, attraverso un’attenta sorveglianza fitosanitaria, l’ingresso accidentale e la diffusione degli stessi indesiderati organismi in territori sinora esenti dalle malattie in causa e/o dei loro agenti vettori.
Casi concreti di estremo interesse per la nostra agrumicoltura sono quelli connessi in primo luogo alla “Tristezza” e ad alcune altre gravi malattie virus-simili finora non conosciute nel nostro territorio, ma ad alto rischio di introduzione. Il virus della Tristezza degli agrumi è trasmesso da diverse specie di afidi infeudati agli agrumi fra i quali emerge per la maggiore efficienza
Toxoptera citricidus, non ancora presente nell’area del Mediterraneo. Tuttavia, ove questo non fosse presente, come appunto nel nostro territorio nazionale dove la malattia è purtroppo in fase epidemiologica, si rendono parimenti responsabili della sua trasmissione altre specie afidiche e soprattutto
Aphis gossypii, ovunque presente in tutte le aree agrumicole mediterranee.
Notevole interesse fitosanitario ha il “Greening” trasmesso dalle due psille agrumicole
Diaphorina citri e
Trioza erytreae, efficienti vettori del batterio agente causale della malattia, di cui si teme l’introduzione nel Mediterraneo. Lo “Stubborn”, ancora di marginale interesse per noi, ma significativo in vari Paesi del Mediterraneo orientale, viene veicolato da alcune specie di cicaline, fra le quali
Circulifer tenellus e
Neoaliturus haematoceps. Ancora altre cicaline sono responsabili della trasmissione della grave “Clorosi variegata” degli agrumi (CVC), il cui agente patogeno (anche qui un batterio, diffuso nelle Americhe) induce ulteriori gravi malattie che interessano la vite (Pearce’s disease) e piante fruttifere varie (Drupacee).
Da quanto appena delineato si evidenzia, come già accennato, l’elevato rischio di accesso nell’area del Mediterraneo e quindi anche nel nostro Paese di alcune importanti malattie degli agrumi nonché l’ulteriore diffusione di altre, purtroppo già presenti e che rappresentano una grave minaccia per la nostra economia agricola. Appare necessario pertanto porre in essere ogni possibile intervento utile, in termini fitosanitari, al fine di impedire l’accesso accidentale a organismi patogeni esotici, nonché contenere efficacemente l’ulteriore incidenza economica negativa per quelli già presenti nei nostri agrumeti.
FOTO: Colonia di
Toxoptera citricidus, vettore della “Tristezza” (courtesy of F. Hermoso de Mendoza)