La giornata di studio del 15 febbraio 2018 ha visto la partecipazione di studiosi appartenenti a diverse aree disciplinari, di produttori agricoli e di loro associazioni e strutture cooperative, di rappresentanti dei soggetti pubblici e privati operanti nella gestione dei rischi, di organizzazioni consortili e professionali che associano i produttori in progetti di condiviso sostegno per la gestione dei rischi, delle compagnie di assicurazione, del Vice Presidente della Commissione Agricoltura e Sviluppo Rurale del Parlamento Europeo, di rappresentanti del Ministero delle politiche agricole alimentari e forestali, di ISMEA e del CREA, delle Regioni coinvolte in prima persona nella
Gestione del rischio in Agricoltura.Da tutte le relazioni ed interventi (pubblicate sul sito web dell’Accademia) è emersa la condivisa consapevolezza che ai tradizionali rischi (
biologico, meteorico, ambientale) tra loro strettamente legati siccome tutti espressione del ciclo della vita, ed in qualche misura risalenti pur se diversamente declinati negli ultimi decenni, si è aggiunto con rilievo crescente il rischio legato alla progressiva apertura dei mercati ed all’abbandono di politiche di garanzia dei prezzi. Sicché il
rischio di mercato, nelle sue plurime declinazioni legate alla crescente
globalizzazione dei commerci, è divenuto centrale all’interno dell’intero perimetro del rischio in agricoltura, al punto che oggi sembra doveroso parlare di
Rischi (al plurale)
in agricoltura, per designare il fascio di complesse criticità che investono questa attività.
D’altro canto, la stessa Commissione Europea, nella presentazione delle proposte di riforma della PAC che si sono tradotte nei nuovi Regolamenti (UE) del dicembre 2013, ha riconosciuto:
“A strong agriculture is vital for the EU food industry and global food security”. Il richiamo alla global
food security, oltre che alla
EU food industry, chiarisce, al di fuori di qualunque ambiguità, la missione storica originale assegnata all’agricoltura: quella di fornire
prodotti agricoli; ed individua esplicitamente la dimensione per sua natura globale della
food security, che non può essere realizzata limitatamente alla sola dimensione domestica europea. Nello stesso tempo assegna alla produzione agricola un ruolo centrale ai fini dello sviluppo della
EU food industry.I
Rischi in Agricoltura non sono dunque soltanto i rischi dell’impresa agricola, ma quelli dell’intera filiera e degli stessi consumatori.
Relazioni ed interventi hanno posto in evidenza come la diffusione delle polizze assicurative, ed il sostegno di tali polizze con risorse pubbliche, costituisca elemento essenziale ed irrinunciabile di ogni
politica di gestione del rischio in agricoltura, ma che a tali strumenti per loro natura destinati ad operare ex post occorra affiancare, con rilievo crescente, strumenti destinati ad operare ex ante capaci di prevenire per quanto possibile che l’
evento futuro ed incerto di rischio si traduca in concreta fattispecie di danno, e ciò tanto con riferimento ai rischi legati al
ciclo della vita quanto a quelli legati al
mercato.
In questa prospettiva un secondo elemento comune alle diverse fattispecie di rischio dell’oggi è emerso con chiarezza durante la giornata di studio: la globalizzazione che incide sia sulla diffusione di nuove fitopatie ed epizoozie, sia sulla estrema variabilità dei prezzi dei prodotti agricoli.
L’esame delle esperienze di altri paesi europei, e degli USA, ha confermato l’esigenza di ricercare soluzioni nuove ed originali in riferimento a temi nuovi e risalenti, inclusi quelli legati al cambiamento climatico, alle epizoozie e fitopatie collegate alla circolazione crescente fra aree un tempo isolate, alla fauna selvatica, alle dinamiche dei prezzi, ai fenomeni naturali.
Due recenti Regolamenti dell’Unione Europea, esaminati nel corso della giornata di studio, hanno consentito – a conclusioni dei lavori della giornata – di formulare alcune prime proposte di intervento, nell’immediato e nel medio periodo.
Il primo riferimento è al Regolamento (UE) n. 2017/625, che ha radicalmente modificato il pacchetto igiene e l’esistente sistema dei controlli sui prodotti alimentari, estendendo le definizioni di pericolo e di rischio sino a comprendere non soltanto gli eventi di possibile danno per la salute umana, ma tutti gli eventi che possano cagionare danni alle specie animali, vegetali ed all’ambiente, così introducendo una nozione plurale di rischio in agricoltura che direttamente si collega alle diverse declinazioni del ciclo della vita.
Sicché da questo punto di vista è necessario che gli organismi pubblici di controllo, che a partire dal 2019 dovranno assicurare la piena implementazione di questo Regolamento, adottino modelli di rischio adeguati a questa sua nuova e più ampia perimetrazione.
Il secondo riferimento emerso è quello al Regolamento (UE) c.d. omnibus n. 2017/2393 del 13 dicembre 2017 del Parlamento Europeo e del Consiglio, che ha modificato in più punti il pacchetto di Regolamenti (UE) sulla PAC del dicembre 2013, fra l’altro prevedendo:
- la valorizzazione degli accordi di mercato intesi ad assicurare redditi adeguati agli agricoltori ed a stabilizzare i mercati, così riducendo i rischi di mercato;
- l’accresciuto intervento in fondi di mutualizzazione destinati ad intervenire in caso di drastico calo dei redditi di agricoltori impegnati in un determinato settore;
- la riscrittura delle norme in tema di concorso pubblico alla copertura dei costi delle polizze assicurative, sia riducendo le percentuali di danno previste per poter beneficiare di pagamenti compensativi per tali danni, sia prevedendo maggiori interventi pubblici per la copertura dei costi di sistema.
La realizzazione in Italia di tali ambiziosi progetti europei richiede il coerente impegno di tutte le istituzionali nazionali, siano esse statali, e dunque anzitutto il Mipaaf ma anche tutti i diversi Enti nazionali che operano in agricoltura, siano esse regionali.
Il nuovo regolamento segna infatti, fra l’altro, un significativo passaggio di risorse dal primo pilastro (degli aiuti diretti) al secondo pilastro, e dunque ai Piani di sviluppo rurale, nazionale e regionali.
E’ una sfida, questa, che richiede alle istituzioni di adottare strumenti flessibili di valutazione ed intervento, adeguati alla pluralità dei rischi, ed una significativa riduzione dei costi di gestione amministrativa, anche attraverso una diffusione generalizzata delle polizze quale componente ordinaria delle politiche di sostegno, ed il trasferimento sulla P.A. degli oneri amministrativi e gestionali che tuttora gravano pesantemente sulle imprese.