Il continuo nuovo sapere fa migliorare e crescere le tecnologie del lavoro. Si possono verificare ondate di disoccupazioni tra i lavoratori non in grado di adeguarsi a diverse esigenze innovative. Il lavoro deve quindi aggiornarsi continuamente per diventare fisicamente meno pesante, più produttivo e più remunerativo. I disoccupati non possono rimanere statici, esercitando sempre quello stesso lavoro che sta esaurendosi o sopravvivendo con fondi pubblici elargiti per spirito umanitario, mentre lo Stato riconosce l’urgenza e la priorità di riformare i lavoratori mettendoli in grado di svolgere nuove tecnologie lavorative che sono e saranno ancora fortemente richieste nell’immediato prossimo futuro.