Le operaie di
Apis mellifera, dopo aver trascorso i primi 20 giorni di vita all’interno dell’alveare, svolgendo le attività necessarie allo sviluppo della famiglia, escono al’esterno per procurare le sostanze utili all’alveare: nettare, polline, acqua e propoli. Al contempo esse assicurano l’impollinazione di numerose piante entomogame spontanee e coltivate.
Di norma le api ignorano, o visitano occasionalmente, i fiori la cui struttura impedisce loro di suggerne il nettare o di raccoglierne il polline. che si trova nelle antere all’interno della corolla. Tuttavia le operaie visitano i fiori di
Jasminum grandiflorum e
J. officinale, i cui nettari si trovano alla base della lunga corolla tubolare, per succhiare il nettare rimasto nei calici fiorali dopo il distacco della corolla. Spesso provocano, o favoriscono, il distacco della corolla con idonei movimenti su di essa, e riescono a prelevare il nettare presente nel tubo corollino a terra.
Tale comportamento, osservato su gelsomino, evidenzia la notevole plasticità etologica dell’imenottero e la capacità delle operaie di risolvere problemi diversi adottando, estemporaneamente, soluzioni adeguate e non stereotipate finalizzate al recupero di nettare anche dalle piante che ne producono modeste quantità. Una volta al suolo, se tutti i lobi della corolla poggiano sul substrato, l’ape risale lungo il tubo corollino e succhia il nettare. Se, come spesso accade, il fiore poggia su due lobi della corolla e sulla parte sommitale del tubo, la bottinatrice si posa sul lobo rivolto verso l’alto e, con il suo peso, provoca il ribaltamento della corolla in modo tale che tutti i lobi poggino sul substrato; una volta raggiunta la sommità del tubo, tenendosi saldamente aggrappata con le zampe, inizia a suggere; se, durante questa fase, la corolla si ribalta, l’ape, durante il ribaltamento, ruota il corpo, in modo tale da cadere essa stessa poggiando sul dorso e tenendo così sollevata dal substrato la parte terminale del tubo corollino. In questa posizione, l’ape introduce la ligula nel lume della corolla e sugge il nettare. Tutta l’operazione dura da 3 a 6 secondi e alla fine l’ape abbandona il fiore e va alla ricerca di altri visitandone in successione circa 20 caduti a terra.
I gelsomini, diffusi anche in Sicilia e in Calabria, non rivestono particolare interesse apistico ma essendo ampiamente coltivati in piena terra nei giardini, per rivestire muri, recinzioni, e pergolati, nei centri urbani, assicurano alle api una discreta risorsa nettarifera dall’estate agli inizi dell’inverno.
Fig.1. Fiori di
Jasminum grandiflorumFig 2. Sequenza di movimenti dell’ape per prelevare il nettare dal fiore di
J. grandiflorum caduto a terra
Fig.3.
Apis mellifera che sugge il nettare dal calice fiorale di
J. grandiflorum