La coltivazione di ortaggi e alberi da frutto all’interno del giardino dà vita a un connubio ricco di spunti interessanti; l’orto nel giardino di Castel Ruggero nei dintorni di Firenze ne è un esempio, e apre ai visitatori nella giornata dei pomodori in festa.
Un orto che si fonde in un giardino nella bellissima campagna del paesaggio toscano. La villa mostra sul fronte un giardino all'italiana, poco più oltre sullo stesso lato si apre l’orto nel giardino. La famiglia D'afflitto coltiva un numero impressionante di varietà di piante orticole nel giardino di Castel Ruggero. Margot ci racconta che l'orto è per loro un laboratorio di curiosità. Dai loro viaggi riportano fiori e semi di specie rare, Le provano, le assaggiano e imparano di volta in volta. L’apertura annuale al pubblico ci fa scoprire una piacevole sorpresa, l’orto giardino infatti non è mai lo stesso. Camminando fra i sentieri fioriti proviamo la sensazione primordiale del giardino dell’eden. Un orto nel giardino in cui siamo circondati da colori, forme e fioriture stravaganti e ci chiediamo: questo strano frutto possiamo mangiarlo?
In Italia la modalità di costruire un orto familiare proviene dalla tradizione dell’Hortus conclusus medioevale. Gli ortaggi sono coltivati insieme agli alberi da frutto e alle specie da fiore, come accadeva nel “giardino chiuso” dove i monaci producevano cibo, erbe medicinali e fiori a scopo votivo. Questi giardini, di superficie limitata erano protetti da un muro e al loro interno il disegno presentava geometrie precise. Nella maggior parte dei casi continua ad essere così. Lo spazio per l’orto viene solo lambito da qualche fiore, quasi mai se ci guardiamo intorno abbiamo l'orto nel giardino. Abbiamo spesso un giardino e nettamente distinto, un orto, ma non un orto nel giardino.
Quando abbiamo incontrato Nicolò D’afflitto (enologo per i Frescobaldi e per altre rinomate aziende vitivinicole toscane), ci ha condotto fino ad una delle pergole dell'orto nel giardino, dove erano esposte alcune delle oltre 450 varietà coltivate. Gialli chiari, arancioni, rossi e quasi neri, piccoli e grandi, tondi, lunghi, a coste o lisci. Il “pomo d’oro”, deve il suo nome alla prima specie introdotta in Italia nella prima metà del 1500 che era a frutto giallo. Ogni pomodoro ha un suo specifico utilizzo. Da sugo, da consumo fresco per la pappa al pomodoro. Oggi troviamo anche pomodori “neri” ricchi di antiossidanti, ma una ventina di anni fa, Nicolò aveva provato a commercializzare dei piccoli pomodori neri di sapore ottimo, senza però avere successo. Le casalinghe non ne volevano sapere per fare la conserva!
In questo spazio indefinito, confusi tra pomodori, convolvoli e strane zucche, come la zucca spaghetto, ci sentiamo a nostro agio. Nei camminamenti lungo l’orto nel giardino fiorito si può riposare all'ombra delle pergole che si susseguono nel tracciato. C’è una sorta di parentela con gli orti di Kew Gardens a Londra, dove le aiuole dell'orto sono intervallate da eleganti pergole di rose. E’ un luogo magico, particolare, piacevolmente disordinato e ricco di biodiversità, con fioriture in successione e scalarità dei colori nelle varie stagioni dell’anno. L'orto nel giardino diventa un giardino biodiverso, meno suscettibile alle avversità di un’area verde con poche specie. Se una pianta incorre in qualche fragilità viene compensata dalla presenza delle molteplici varietà vicine.
La visita all'orto giardino di Castel Ruggero è organizzata dalla Società Toscana di Orticultura, per maggiori informazioni e immagini visitate il Blog dello Studio Bellesi Giuntoli:
http://www.studiobellesi.com/blog/index.php/2016/08/30/orto-nel-giardino-castel-ruggero/