Una situazione drammatica, una tragedia che oggi colpisce dal punto di vista umano, per le vittime che ha provocato e per il dolore di chi ha perso gli affetti più cari. Ma ben presto al dramma dei lutti si aggiungerà il disastroso bilancio dei danni economici al territorio, alle infrastrutture, alle case ed alle imprese. Anche l’agricoltura paga in maniera pesante: orti con coltivazioni in pieno campo allagati e seminativi a rischio in Piemonte, aziende zootecniche isolate in provincia di Genova, oliveti distrutti e vigneti gravemente danneggiati in provincia di La Spezia dove, in alcune aree, come la Val di Vara, il tessuto agricolo è stato completamente spazzato via. Qui i danni al settore primario ammontano a 25 milioni di euro.
"Tutto ciò - sottolinea Confagricoltura - ha una sola origine: l'abbandono del territorio. I dati provvisori del 6° Censimento nazionale dell'agricoltura, presentati recentemente, testimoniano perfettamente questa situazione e le sue catastrofiche conseguenze. Dal 2000 al 2010 in provincia di La Spezia hanno chiuso oltre 5.500 aziende agricole, con un decremento 67%. In termini di superficie agricola, ciò equivale a 3.000 ettari lasciati al loro destino". Occorre riconoscere in maniera ferma e decisa il ruolo di 'custodi del territorio' agli agricoltori, favorendone il ritorno alla terra, attraverso una politica urbanistica che agevoli gli insediamenti produttivi anche attraverso vincoli rigidi di salvaguardia dei terreni, ma che sia lungimirante. Solo così si potranno evitare, in futuro, eventi così gravi".