Da molto tempo è noto che correnti elettriche agiscono su molteplici aspetti dello sviluppo delle piante, quali i movimenti in piante carnivore per intrappolare gli insetti, la crescita in lunghezza delle cellule e fenomeni di polarità. Per esempio, correnti elettriche entrano all’estremità del tubetto pollinico in accrescimento e fuoriescono lateralmente dalle zone retrostanti. Con modalità simile flussi elettrici penetrano nella zona apicale delle radici e dei peli radicali ed escono dalle parti sovrastanti. Quando queste correnti sono inibite la crescita polarizzata di queste cellule o delle radici cessa. Anche lo sviluppo delle piante viene alterato quando sono poste sotto l’influsso di campi elettrici (e magnetici). D’altra parte la produzione di elettricità è connaturata alla fisiologia stessa delle piante. Se si pensa, infatti, al processo fotosintetico, si può considerarlo come un sistema di produzione di corrente elettrica dato il flusso di elettroni che deriva, attraverso la scissione dell’acqua e la clorofilla, dall’energia solare per essere poi convertito nell’energia chimica contenuta negli zuccheri. Questa corrente potrebbe essere utilizzata come quella fornita da una pila elettrica. L’idea potrebbe apparire quasi fantascientifica, tale da essere facilmente abbandonata dal ricercatore. Bene, invece, recentemente, all’Università di Stanford alcuni ingegneri guidati da WonHyoung Ryu, hanno realizzato con un nanoelettrodo di oro molto sottile inserito nei cloroplasti di cellule algali, un dispositivo capace di intercettare gli elettroni di origine fotosintetica (il lavoro è stato pubblicato nella rivista
Nano Letters del Marzo 2010). Per ora si tratta di una corrente elettrica di solo un picoampere per cellula e, quindi, non utilizzabile ai fini pratici. Tali ricercatori ipotizzano, tuttavia, lo sfruttamento in futuro di questo sistema, reso molto più efficiente e applicato a cellule fotosintetiche di piante, per ottenere energia elettrica pulita e a basso costo. Personalmente ritengo molto difficile che questo obiettivo possa essere veramente realizzato in larga scala, in quanto bisognerebbe convogliare le correnti elettriche di milioni e milioni di cellule in un unico collettore, senza uccidere le cellule stesse e impedire la fotosintesi (come avvenuto). Comunque, l’idea di vedere la pianta come un generatore possibile di elettricità è abbastanza reale.
(foto:www.pollicegreen.com)