Che le pubbliche esposizioni (che vantano in Toscana una lunga tradizione) fossero occasione per verificare le attività presenti su un territorio è cosa attestata, e allorché queste manifestazioni valicarono i confini e spaziarono negli Stati italiani pre-unitari e addirittura negli oltramontani, esse furono anche momento di messa a confronto, di elaborazione di progetti e di strategie per il progresso economico del proprio paese.
In questo contesto significa aver presente l’attività dell’Accademia dei Georgofili che costituì nel Granducato prima, nell’Italia Unita poi, palestra di idee e strumento efficace per il progresso agricolo ed economico.
L’Accademia è stata sempre attiva protagonista del rinnovamento economico della Toscana lorenese e alla sua attività propulsiva si deve la prima esposizione di arti e manifatture allestita nelle sue sale di via del Cocomero (l’attuale via Ricasoli) nel 1838. Lo sforzo organizzativo fu di rilievo, ma i risultati superarono di gran lunga le aspettative mettendo in luce una Toscana che se ancora molto aveva da operare per il progresso delle sue attività ‘manifatturiere’, era in grado di esibire una produzione qualitativamente elevata.
Momenti espositivi locali si susseguirono negli anni che precedettero l’unificazione del Paese e molti di essi costituirono anteprima di esposizioni a livello nazionale ed internazionale.
Così fu il caso ad esempio della “Esposizione dei prodotti dell’industria agraria Toscana” voluta da Leopoldo II in preparazione del “gran concorso agrario” previsto per l’estate del 1857 a Parigi. La Commissione della esposizione, presieduta da Giovanni Baldasseroni, vantava la presenza di tre illustri Georgofili: Cosimo Ridolfi, Presidente dell’Accademia, Antonio Salvagnoli Marchetti e Filippo Parlatore, oltre a Carlo Siemoni che era Georgofilo corrispondente.
L’esibizione ebbe luogo nel parco delle Cascine dal 1 al 7 giugno e il catalogo che ne fu redatto testimonia la riuscita dell’iniziativa; per ordine dell’imperatore dei francesi il previsto concorso poi non ebbe luogo, ma i Georgofili che rendicontarono sui loro
Atti e sulle pagine del
Giornale Agrario Toscano quanto esibito, non poterono non dichiarare che “la insolita festa preparata … alle RR. Cascine dell’Isola presso Firenze” aveva suscitato “pubblica curiosità”, risvegliato “l’ingegno” del popolo fiorentino che era accorso numeroso alla manifestazione ed aveva altresì riconfermata “la reputazione che all’agricoltura toscana seppero acquistare la diligente industria dei suoi mezzajoli, ed il costante amore dei proprietarj per le loro terre”.
Come non ricordare l’Esposizione universale di Londra del 1851 che vide in Toscana una mobilitazione generale per raccogliere fondi per sostenere le spese del viaggio e soggiorno della rappresentanza toscana che capeggiata dal Georgofilo Angelo Vegni si recò nella capitale inglese con precise disposizioni relative allo studio delle manifatture e prodotti di quel paese al fine di verificarne l’applicabilità e la realizzazione anche in Toscana. Cosa che di fatto avvenne e che Vegni a distanza di due anni rese noto ai Georgofili elaborando un dettagliato rendiconto dei risultati conseguiti.
Ed ancora, nel 1855 in occasione della Esposizione universale di Parigi: Cosimo Ridolfi fu uno dei deputati della Commissione istituita dal Ministero delle finanze per coordinare ed organizzare il viaggio a Parigi dei prodotti toscani. Ai Georgofili fu conferita medaglia d’oro di prima classe.
La Prima Esposizione nazionale del giovane Paese si svolse nel 1861 ed ebbe sede nel Palazzo delle Esposizioni (l’attuale Leopolda).
Presidente effettivo della Commissione reale dirigente la esposizione fu Cosimo Ridolfi (presidente onorario era il principe Eugenio di Savoia Carignano); segretario generale fu il Georgofilo Francesco Carega, allora deputato al Parlamento italiano.
(Immagine tratta dall’Archivio dei Georgofili che raffigura la Stazione Leopolda a Firenze)
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