L’intelligenza artificiale
di Franco Scaramuzzi
- 17 January 2018
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La storia non ha esitato ad usare il termine “rivoluzione” per evidenziare i periodi nei quali sono avvenuti i più importanti progressi e cambiamenti. Davide Casaleggio (la Repubblica, 17 dicembre 2017) ha ora battezzato come “vera rivoluzione” la robotica, considerandola come dotabile di una “intelligenza artificiale”. Inoltre, riporta un elenco di aziende che sarebbero già impegnate nell’utilizzo di inimmaginabili innovazioni (www.casaleggio.it). Ma gli organismi viventi (umani, animali ed i più antichi vegetali) hanno intelligenze diverse ed un’autonoma vita biologica limitata nel tempo. Diventa difficile, quindi, pensare ad un “fulcro” o ad un “unico cuore del nostro futuro”, sollevando fantasie che possono stimolare panico e speculazioni improvvide di ogni genere.
Sul Corriere Fiorentino del 5 gennaio 2018, invece la prof.ssa Maria Chiara Carrozza, già Ministro della Ricerca nel Governo Letta, illustre Docente di Bio-Ingegneria e Responsabile dell’Area Neuro-Robotics del S. Anna di Pisa, nonché autrice del recente libro “I robot e noi” (Ed. Mulino), afferma saggiamente che qualunque organismo vivente può essere destinato a soffrire. “Cosa invece che non si vede come possa avvenire per una struttura non biotica. Per ora si tratta quindi di pura fantascienza. Sarebbe comunque sbagliato costruire un robot che soffre”. Poiché non possiamo permetterci di bloccare i progressi della ricerca, la prof. Carrozza suggerisce “di andare avanti in modo pragmatico, valutando i margini di rischio. Sostituiremo gli umani con i robot, solo se si dimostrerà di aver abbattuto tutti i rischi, anche etici e relative responsabilità personali”.
L’estrema sintesi di questa mia breve nota, intende solo richiamare l’attenzione su alcune importanti tematiche della ricerca scientifica universale, divulgate da articoli della stampa, nell’ultimo mese trascorso. Ritengo necessario che tutti riflettano serenamente sul futuro che ci attende, con innovazioni profonde e impegnative per la stessa sopravvivenza umana. Bisogna comunque evitare qualsiasi pericolosa interferenza della politica e della finanza speculativa, tutelando anche la robotica e sostenendola con tempestive e specifiche regole di diritto.
Sul Corriere Fiorentino del 5 gennaio 2018, invece la prof.ssa Maria Chiara Carrozza, già Ministro della Ricerca nel Governo Letta, illustre Docente di Bio-Ingegneria e Responsabile dell’Area Neuro-Robotics del S. Anna di Pisa, nonché autrice del recente libro “I robot e noi” (Ed. Mulino), afferma saggiamente che qualunque organismo vivente può essere destinato a soffrire. “Cosa invece che non si vede come possa avvenire per una struttura non biotica. Per ora si tratta quindi di pura fantascienza. Sarebbe comunque sbagliato costruire un robot che soffre”. Poiché non possiamo permetterci di bloccare i progressi della ricerca, la prof. Carrozza suggerisce “di andare avanti in modo pragmatico, valutando i margini di rischio. Sostituiremo gli umani con i robot, solo se si dimostrerà di aver abbattuto tutti i rischi, anche etici e relative responsabilità personali”.
L’estrema sintesi di questa mia breve nota, intende solo richiamare l’attenzione su alcune importanti tematiche della ricerca scientifica universale, divulgate da articoli della stampa, nell’ultimo mese trascorso. Ritengo necessario che tutti riflettano serenamente sul futuro che ci attende, con innovazioni profonde e impegnative per la stessa sopravvivenza umana. Bisogna comunque evitare qualsiasi pericolosa interferenza della politica e della finanza speculativa, tutelando anche la robotica e sostenendola con tempestive e specifiche regole di diritto.
