"Gli attuali livelli di prezzo dell'olio, ingiustificatamente bassi, rischiano di distruggere la produzione olivicola italiana creando gravi danni al settore anche nel medio-lungo periodo". Lo afferma David Granieri, Presidente di UNAPROL, secondo il quale "la stabilità deve essere un'assoluta priorità della filiera, danneggiata dalle continue oscillazioni del mercato, anche a fronte di variazioni non particolarmente significative nella quantità del prodotto". "La speculazione in atto, non solo non ci consente di essere competitivi, ma finisce anche con il disorientare il consumatore vanificando gli sforzi nel processo di sensibilizzazione verso la qualità. L'olio italiano, a differenza di quello degli altri Paesi, è sottoposto a controlli rigorosi sulla produzione che ne certificano tracciabilità e qualità. Eppure nel confronto con i dati degli altri paesi emerge una differenza incredibile rispetto ai mercati spagnolo e greco, rimasti stabili nell'ultimo mese, e 0,60 rispetto a quello tunisino", prosegue Granieri, evidenziando che "un'ulteriore conferma arriva dall'analisi dei dati della borsa merci di Bari che, in un mese, ha perso oltre 50 centesimi di valore passando da 4,70 euro per chilogrammo a 4,20. Borsa merci che si sarebbe dovuta attestare ai 4,90 euro al chilogrammo".
CNO, UNAPOL e UNASCO, durante un incontro tenutosi al MiPAAF, hanno chiesto "un intervento rapido ed efficace del ministro per valorizzare qualitativamente e quantitativamente l’eccellente produzione e per scongiurare azioni speculative che possano nuocere all'economia olivicola nazionale" e che "il coordinamento ministeriale è necessario per scongiurare turbative e vili speculazioni che danneggerebbero produttori e i consumatori".
Da: Agrapress n. 8019 e n. 8020, 15/12/2017