La difesa antiparassitaria nelle industrie alimentari: prospettive di evoluzione

di Piero Cravedi
  • 10 January 2018
La difesa antiparassitaria nelle industrie alimentari è decisamente in ritardo rispetto a quella che si è, già da tempo, affermata nella protezione delle colture in campo.
La severa normativa sull’autorizzazione all’impiego dei prodotti fitosanitari, le ricerche sulle strategie da seguire per il loro utilizzo in campo consentono ora di rispondere alle aumentate esigenze di rispetto dell’ambiente e di qualità dei prodotti destinati all’alimentazione.
L’agricoltura è diventata sempre più “sostenibile” con l’adozione di strategie di produzione integrata e di produzione biologica. Il termine “sostenibile” è spesso abusato e risulta sovente difficile coglierne il vero significato, ma un obiettivo confronto tra i mezzi attualmente disponibili e quelli precedentemente in uso consente di apprezzare i sostanziali progressi in questo delicato settore.
Consultando le diverse edizioni dei prontuari degli agrofarmaci si può rilevare la comparsa e la progressiva crescita dei mezzi biotecnici che comprendono sostanze che modificano il comportamento, quali i feromoni, i preparati microbiologici. Ma sono riportati anche gli elenchi degli insetti parassitoidi e predatori, degli acari predatori e degli insetti pronubi e delle ditte che li commercializzano.  Contemporaneamente sono diminuiti i formulati a base di insetticidi convenzionali.
L’attenzione alla “sostenibilità” dei processi produttivi, sia pure con un certo ritardo, sta in questi ultimi anni coinvolgendo anche le fasi di conservazione e trasformazione degli alimenti.
Vari motivi stimolano tale cambiamento.  Da una parte la crescente richiesta di alimenti nella cui intera filiera produttiva siano state rispettate le metodologie “biologiche”. Dall’altra si iniziano a sentire gli effetti della revisione dei “biocidi”, ossia dei mezzi di difesa utilizzabili in ambiente civile e per la protezione delle derrate. Il processo di revisione di tali prodotti è stato avviato successivamente a quello degli agrofarmaci, ma certamente avrà importanti ripercussione nel settore della disinfestazione.
Nel X Simposio sulla difesa antiparassitaria nelle industrie alimentari che si è tenuto a Piacenza nel settembre scorso questa tematica è stata approfondita discutendo esempi di particolare interesse.
Una certa importanza è stata attribuita al monitoraggio con trappole a feromoni, ai trattamenti con elevate temperature e all’uso di atmosfere controllate a basso tenore di ossigeno.
Inoltre, è emerso che sono in fase avanzata le sperimentazioni sull’uso di microonde, di prodotti di origine vegetale e di polveri inerti.
Un risultato molto apprezzato di effettiva applicazione di una strategia di difesa integrata riguarda l’abbinamento della confusione sessuale e della lotta biologica nel controllo di Plodia interpunctella (comunemente nota come tignola fasciata del grano o tarma del cibo o tarma della pasta) in una industria dolciaria. Le ricerche condotte da alcune sedi universitarie tradizionalmente impegnate nel settore dell’entomologia merceologica hanno dimostrato che quando le popolazioni del lepidottero sono di densità contenuta, il lancio di insetti utili, in questo caso del parassitoide larvale Habrobracon hebetor, abbinato alla applicazione di erogatori di feromone consente di ottenere risultati del tutto simili a quelli assicurati dai metodi tradizionali.


FOTO: pupa di Plodia interpunctella