La Commissione Ue ha diffuso da pochi giorni una comunicazione sul futuro della Pac, pomposamente intitolata
“The future of food and farming”. Meno di 30 pagine che illustrano le sfide che l’agricoltura europea dovrà sostenere, cercando di tenere in conto le esigenze della produzione agroalimentare, della sostenibilità, del mantenimento del reddito degli agricoltori e della biodiversità.
Sfide impegnative, soprattutto se si tiene conto del fatto che devono essere affrontate in un contesto interno di grande differenziazione (dai boschi svedesi alle serre siciliane) e in questo quadro deve essere sottolineato che, per la prima volta, viene posta grande attenzione alle tecnologie digitali applicate all’agricoltura, senza mascherarle dietro il paravento omnicomprensivo dell’innovazione.
L’agricoltura dovrà diventare sempre più smart, anzi climate smart, grazie ai progressi dello sviluppo tecnologico e dell’informatizzazione, allo scopo di ridurre l’impatto sull’ambiente, aumentare la resilienza ai cambiamenti climatici e le caratteristiche del suolo, e, ovviamente, diminuire i costi per gli agricoltori.
La Commissione Ue, nel suo documento, riconosce tuttavia che l’adozione di tecnologie informatiche a livello di azienda agricola rimane comunque limitata e non omogenea fra paesi e territori, e questo costituisce di per sé un ostacolo a una diffusa implementazione della Pac. Non poteva mancare un accenno agli “Smart villages”, che potranno beneficiare da connettività a banda ultralarga (pari a 100 Mbps) su cui l’investimento con fondi comunitari (fra cui il Feasr) è rilevante già nella attuale fase di programmazione.
L’informatizzazione dell’agricoltura europea è iniziata da molti anni, anche se non tutti gli agricoltori ne hanno piena consapevolezza. Il territorio europeo è monitorato costantemente grazie ad un sistema integrato di accurate foto aeree e banche dati georeferenziate, costruito per lo più per individuare frodi sui rilevanti flussi finanziari che la Pac mette a disposizione. Ogni ettaro di superficie agricola (anzi, ogni metro quadro) è da anni accuratamente registrato ed esaminato in banche dati gigantesche.
Nel contempo la Commissione Ue ha speso fondi ingenti su progetti di ricerca per sviluppare sistemi informatici avanzati, ma di semplice utilizzo, da portare nelle singole aziende agricole, per diminuire l’uso di antiparassitari e di fertilizzanti e, più in generale, migliorare la gestione delle risorse naturali, con un occhio attento e preoccupato ai cambiamenti climatici in corso.
La comunicazione dell’Ue sul futuro dell’agricoltura evidenzia però che la digitalizzazione dell’agricoltura è ormai matura e pronta per un’applicazione su larga scala. Poiché le immagini rendono più di tante parole, è stato addirittura prodotto un factsheet sull’Agricoltura 2.0, con tanto di figure di satelliti, sensori e computer.
Il momento dell’agricoltura digitale è arrivato.
da: Agronotizie, 5/12/2017, articolo di: Guido Bonati - Crea