Da un’indagine della Coldiretti si evidenzia che la maggioranza di sette italiani su dieci sceglie ancora l’albero di Natale sintetico, in gran parte recuperandolo dalla cantina. Vero o sintetico, in casa o nel giardino l’albero di Natale trova spazio nell’88% delle famiglie italiane, secondo una tradizione consolidata anche se con il cambiamento degli stili di vita si registrano nuove tendenze.
L’albero vero tende a rimpicciolirsi, non solo per questioni economiche ma anche per la facilità di trasporto e del minor numero di metri quadrati disponibili nelle abitazioni. Il risultato è che negli ultimi quindici anni la dimensione l’albero di Natale vero si è accorciato in media di quasi mezzo metro ed oggi la maggioranza degli abeti acquistati dagli italiani hanno una altezza inferiore al metro e mezzo e in molti casi non superano neanche il metro.
Per quanto riguarda i prezzi, la spesa media degli italiani nell’acquisto dell’albero vero si stima una media di 35 euro, in leggerissimo aumento rispetto dell’anno scorso, anche come conseguenza della tendenza ad acquistare abeti di varietà particolari, più costose rispetto al tradizionale abete rosso. Complessivamente, comunque, gli abeti più piccoli che non superano il metro e mezzo saranno venduti anche quest’anno a prezzi variabili tra i 10 e i 60 euro a seconda della misura, della presenza delle radici ed eventualmente del vaso, mentre per le piante di taglia oltre i due metri il prezzo sale anche a 200 euro per varietà particolari
L’albero naturale italiano concilia il rispetto della tradizione con quello dell’ambiente a differenza delle piante di bassa qualità importate dall’estero che raggiungono l’Italia dopo un lungo trasporto con mezzi inquinanti.
In Italia sono coltivati soprattutto nelle zone montane e collinari in terreni marginali altrimenti destinati all’abbandono e contribuiscono a migliorare l’assetto idrogeologico delle colline e a combattere l’erosione. Grazie agli alberi di Natale è quindi possibile mantenere la coltivazione in molte aree di montagna con il terreno lavorato, morbido e capace di assorbire la pioggia in profondità, prima di respingerla verso valle evitando i pericoli delle frane, mentre la pulizia dai rovi e dalle sterpaglie diminuisce il pericolo d’incendi.
Gli abeti utilizzati come ornamento natalizio però derivano per circa il 90 per cento da coltivazioni vivaistiche, mentre il restante 10 per cento (cimali o punte di abete) dalla normale pratica forestale che prevede interventi colturali, diradamenti o potature per lo sviluppo e la sopravvivenza del bosco. In Italia la coltivazione dell’albero di Natale è concentrata prevalentemente in Toscana ed in Veneto.
Niente a vedere con le piante di plastica che arrivano molto spesso dalla Cina e non solo consumano petrolio e liberano gas ad effetto serra per la loro realizzazione e il trasporto, ma impiegano oltre 200 anni prima di degradarsi nell’ambiente.
da: www.coldiretti.it, 3 dicembre 2017