In una lettura all’Accademia dei Georgofili il 5 luglio 2011, il Presidente Cogeca Paolo Bruni ha ribadito che la mission dell’agricoltura nel XXI secolo è sintetizzabile nel seguente concetto: “sfamare il mondo a lungo termine senza mettere a rischio l’ambiente del pianeta”.
La sfida alimentare , secondo Bruni, consiste in tre sfide diverse: una demografica, una ambientale ed una relativa allo sviluppo. I dati della FAO parlano di una forte crescita della popolazione mondiale alla quale si aggiunge il fatto che alcuni paesi, come Cina, Brasile e India, hanno arricchito la loro alimentazione, da prevalentemente vegetale a proteica. D’altra parte, oggi si ricorre all’agricoltura anche per produrre energia, sottraendone superfici e produzioni per usi non alimentari.
I due beni più assoluti e fondamentali per affrontare la sfida alimentare sono la terra e l’acqua. Sul nostro pianeta ci sono 13, 4 miliardi di ha di cui solo 4,5 sono potenzialmente coltivabili; però attualmente ne coltiviamo soltanto 1,6 miliardi. E’ possibile aumentare la terra coltivabile nell’Africa sub sahariana e in Sud America e, non a caso, in queste aree si sta verificando da alcuni anni il fenomeno del “land grabbing” (sottrazione di terreni attraverso acquisto e acquisizione d’uso di aree arabili molto vaste, a lungo termine) soprattutto da parte della Cina, che sta registrando un enorme sviluppo demografico.
Per soddisfare il bisogno alimentare di tutto il pianeta attraverso un mercato globale, si deve affrontare e risolvere innanzi tutto il problema della volatilità dei prezzi, che compromette il reddito degli agricoltori (negli ultimi 5 anni il prezzo del frumento ha oscillato da 140 a 280 euro/ tonnellata). Bisogna anche riequilibrare i rapporti economici nell’ambito della filiera alimentare, compresa la grande distribuzione (su 1 euro speso dal consumatore, solo 10-20 centesimi vanno agli agricoltori).
Al recente G20 che si è svolto a Parigi, tutti i ministri dell’agricoltura hanno convenuto sulla necessità di creare una governance mondiale per il mercato agricolo planetario.
In questo quadro, l’Italia palesa una criticità per le piccole dimensioni delle aziende che la rendono poco competitiva (la media superficie delle aziende agricole italiane è 7 ha, contro 50 in Spagna e 24 in Francia). Tuttavia, l’Italia ha una grande opportunità da sfruttare: il favore di tutti i consumatori del mondo nei confronti del “Made in Italy” alimentare (1/5 delle DOC europee è italiano).
Paolo Bruni ha concluso citando una frase di Oriana Fallaci: “Ci sono sfide nella vita che hanno una sola risposta possibile: NON MOLLARE”.
(foto: il Presidente dei Georgofili Franco Scaramuzzi e Paolo Bruni)