Fino a dove si insinuerà la finanziarizzazione dell’economia? Attualmente, fino ai prosciutti stagionati italiani, come il San Daniele, e il parmigiano. La filiale di gestione finanziaria del Credit agricole, Amundi, ha in effetti appena lanciato un prodotto inedito: propone agli investitori di mettere i propri soldi su obbligazioni il cui rendimento e valore sono garantiti dagli stock di diversi produttori di prosciutto crudo, di parmigiano reggiano e di grana padano. L’idea di questa operazione è venuta due anni fa alla società di gestione del risparmio, quando un’azienda produttrice di prosciutto di Parma ha richiesto un finanziamento. Quest’impresa aveva difficoltà ad ottenere un prestito per svilupparsi. “Per produrre un prosciutto di Parma, sono necessari dodici mesi di stagionatura, nel corso dei quali il prodotto, conservato in un grande frigorifero, costa e non porta denaro”, spiega Pierre-Henri Carles, responsabile dell’attività debito privato di Amundi in Italia. (…) Un’azienda deve dunque finanziare la propria attività (…) prima di convertire i suoi stock (…) in redditi. Per questi produttori (…), il cui fatturato varia tra i 100 e i 500 milioni di euro l’anno, l’indebitamento rispetto al risultato operativo peserebbe in maniera eccessiva affinché i fondi di debito classici accordino dei finanziamenti. E le banche italiane, rese più fragili dalla crisi finanziaria, sono eccessivamente caute. (…) Le squadre creative di Amundi hanno lavorato per un anno fino ad arrivare ad uno strumento finanziario in grado di trasformare l’handicap della durata della stagionatura in un’opportunità. Hanno concepito un fondo, che ha creato a sua volta delle piccole società che si fanno carico degli stock di prosciutto e parmigiano nel periodo di stagionatura. Questi “veicoli” acquisteranno il prodotto grezzo dai produttori italiani, finanziandosi presso il fondo nel quale i clienti di Amundi investiranno. In seguito i prosciutti e i formaggi, una volta stagionati, saranno rivenduti ai produttori. “In questo modo, l’operazione non passa attraverso il bilancio dei produttori. Siamo noi ad assumerci il rischio per il periodo della stagionatura. Siamo ad ogni modo fiduciosi, in considerazione della stabilità storica dei prezzi di questa industria e poiché questi prodotti acquisiscono valore con il tempo”, afferma Pierre-Henri Carles. Questo investimento (…) ha già conquistato dei clienti di Amundi, non solo in Italia. Una prima offerta è stata lanciata per gli istituti (assicuratori, fondi pensione…), con la quale la società di gestione spera di raccogliere 150 milioni di euro. Potrebbe essere seguita da una seconda raccolta di capitale il prossimo anno.
da: “Le Monde” (Francia) 15 novembre 2017, in Agrapress rassegna della stampa estera n° 1227 del 22/11/2017