Alla richiesta dei castanicoltori delle colline metallifere, giustamente preoccupati per i gravi attacchi del cinipide galligeno (
Dryocosmus kuriphilus), rispondo che allo stato attuale delle conoscenze si prospetta una sola possibilità pratica di difesa dal pericoloso insetto, che è basata sulla lotta biologica mediante l’introduzione e la diffusione nelle aree infette di
Torymus sinensis, insetto imenottero calcidoideo che parassitizzando le larve del cinipide, esercita un’azione di controllo della sua presenza. Nella grande maggioranza delle nostre realtà castanili non appare concretamente proponibile alcuna eventuale lotta mediante trattamenti con fitofarmaci i quali, oltreché difficilmente applicabili nelle condizioni morfologiche dei terreni delle aree collinari e montane in cui è situata gran parte dei castagneti, comporterebbero gravi rischi ambientali. La potatura e la distruzione del materiale infestato in primavera, prima della uscita del parassita dalle galle, potrebbe essere utile, anche se di applicazione molto difficile e costosa per le elevate dimensioni degli alberi. Tale pratica, peraltro, dovrebbe essere applicata dopo lo sfarfallamento del
Torymus sinensis e quindi in epoca variabile nei diversi ambienti e non facilmente determinabile in pratica. La presenza nelle vicinanze e spesso la contiguità ai castagneti da frutto di aree anche molto vaste di castagni spontanei costituisce, inoltre, una fonte di diffusione del parassita che vanificherebbe in gran parte l’effetto di tale pratiche. Al momento attuale, pertanto, mentre è da attendersi che l’intensa attività di ricerca in corso in vari Paesi esteri ed anche in Italia possa indicare progressi ed innovazioni nella lotta contro il cinipide, è indubbiamente opportuno segnalare la comparsa di aree infestate al Servizio Fitosanitario Regionale ed ai rilevatori META: meta@arsia.toscana.it – m.filindassi@arpat.toscana.it - Lorenzo.Marziali@isza.it – leonardo.marinelli @isza.it, al fine di consentire che venga introdotto il Torymus sinensis nell’area infestata, quanto più sollecitamente possibile, tenuto anche conto che occorrono alcuni anni affinché il parassitoide si diffonda in misura sufficiente a contenere l’infestazione del cinipide.
(FOTO: femmina di cinipide ovideponente da www.vallecamonicacultura.it)