Giovedì 21 settembre 2017, all’Accademia dei Georgofili, si svolgerà dalle ore 15 una giornata di studio su: “Scienza ampelografica ed evoluzione della biodiversità viticola”.
La presenza di numerose opere storiche, scientifiche, poetiche e pittoriche, a partire dal 1300, testimonia la disponibilità di una vasta variabilità ampelografica, caratteristica peculiare della viticoltura italiana, anche se negli ultimi decenni si sta assistendo ad una progressiva riduzione del numero di varietà coltivate.
La viticoltura non ha subito grandi modifiche, fino alla comparsa della fillossera che, al termine del XIX secolo, recò notevoli danni al patrimonio viticolo e la necessità di reimpiantare i vigneti e causando la prima, importante, erosione genetica.
Tale fenomeno è proseguito e si è accentuato nella seconda metà del 1900, all'interno dei processi evoluti-vi del settore vitivinicolo, in particolare con il passaggio alla viticoltura specializzata, con i successivi vincoli imposti dall'istituzione delle Denominazioni d’Origine e dai vari regolamenti comunitari e nazionali che limi-tano l’impiego delle varietà.
L’Italia comunque ospita tuttora la maggiore variabilità viticola, con il doppio dei vitigni coltivati in Francia ed il triplo di quelli della Spagna.
Questo ha comportato nel tempo l’esigenza di caratterizzare e classificare le diverse varietà, ad opera di valenti ampelografi che negli ultimi tempi possono avvalersi delle più recenti tecnologie genetiche.
L’incontro servirà per fare un bilancio della situazione attuale e delle opportunità oggi disponibili per la caratterizzazione dei vitigni
Al termine dei lavori verrà inaugurata la Mostra: “Uve del Germoplasma Toscano”, curata da Roberto Bandinelli e Paolo Storchi, che resterà aperta fino a giovedì 5 ottobre 2017, con ingresso libero dalle ore 15 alle ore 18.
(Foto: 716 - Garavini, Ampelografia Italiana - Tav XI, Biblioteca dei Georgofili)