Il 7 luglio 2017 presso la Scuola professionale per l’agricoltura di Teodone/Brunico, è stata organizzata dalla sezione Nord Est dell’Accademia dei Georgofili, in collaborazione con il centro di sperimentazione Laimburg e la Libera Università di Bolzano, una giornata di Studio su “Agricoltura di montagna in Alto Adige”.
Il prof. Mosca, dopo aver ricordato in breve la storia dell’Accademia e le sue finalità culturali racchiuse nel motto Prosperitati publicae augendae, ha introdotto e moderato le relazioni.
Il Dr. Markus Joos, direttore dell’ufficio distrettuale dell'agricoltura di Silandro, dopo aver portato i saluti dell’assessore all’Agricoltura, alle Foreste, alla Protezione civile ed ai Comuni ha illustrato le tendenze dell’agricoltura di montagna in Alto Adige. La superficie agricola, spesso posta in pendenza, occupa 240.000 ettari dei 740.000 totali; prevale la frammentazione della proprietà con circa 20.000 aziende, equamente ripartite tra quelle a vocazione zootecnica (4000 produttori e 4.000.000 hl di latte, in gran parte trasformato in yogurt, mascarpone ed altri prodotti caseari), quelle invece dedicate alla frutticoltura (40% delle mele “nazionali” e 1/3 delle mele biologiche comunitarie) e alla viticoltura (350.000 ettolitri di vino per il 90% DOC). I numerosi dati riportati hanno messo in evidenza la grande vitalità del settore che si trova a dover affrontare le sfide della sostenibilità ambientale e della diversificazione, per garantire un reddito accessorio agli agricoltori di cui i giovani rappresentano il 15% ed i 13.000 masi “chiusi” un settore agrituristico molto forte.
La relazione del Dr. Robert Zampieri, vicepresidente della Federazione Cooperative Raiffeisen, membro dell’Accademia dei Georgofili e direttore generale della Latte Montagna Alto Adige ha illustrato il sistema cooperativo dell’Alto Adige partendo dal suo fondatore, Friedrich Wilhelm Raiffeisen che nel 1879 costituì le Comunità solidali a responsabilità illimitata, organizzate a livello cooperativo. Il suo motto, “dobbiamo aiutarci da soli” riassume l’idea alla base del cooperativismo in Germania. Nel tempo sono stati modificati alcuni aspetti, la responsabilità dei soci è diventata limitata, ma sono rimasti immutati i principi di “autoaiuto”, l’autonomia amministrativa e la neutralità politica e religiosa. Oggi delle 1031 cooperative esistenti, 340 sono Raiffeisen e rappresentano tutto il mondo agricolo. Il loro fondamento sono i soci alla loro guida ed il riferimento bancario, la Cassa Centrale Raiffesen che coordina le altre Casse Raiffesen del territorio. Un modello che sembra aver superato molto bene anche la crisi bancaria.
I tre interventi successivi si sono focalizzati sul sistema formativo regionale. Ha introdotto l’argomento la Direttrice per le scuole di agricoltura ed economia domestica di Salern/Varna e di Teodone/Brunico, Juliane Gasser Pellegrini che ha illustrato le peculiarità dei percorsi formativi, per giovani e adulti, perfettamente aderenti al mondo produttivo. Sul territorio è molto attiva anche la Cooperativa BRING (fondata nel 2013) che contribuisce al mantenimento delle aziende agricole di montagna altoatesine nella loro varietà e ne supporta lo sviluppo con un’attività di consulenza interdisciplinare orientata alla pratica, come riferito dal Dr. Christian Plitzner.
Servizi di supporto all'innovazione per l’agricoltura sono forniti anche dal Südtiroler Bauernbund (SBB- Unione Agricoltori e Coltivatori Diretti Sudtirolesi) come illustrato dal Dr. Ulrich Höllrigl referente di progetti di innovazione in corso con stakeholder regionali ed interregionali. La giornata di studio è poi proseguita con la relazione dal titolo: “Sfide dell’agricoltura di montagna/ Foraggicoltura” del Dr. Giovanni Peratoner, responsabile del settore Agricoltura Montana, centro di sperimentazione Laimburg e membro dell’Accademia dei Georgofili. I dati presentati delle prove in atto hanno affrontato diverse tematiche inerenti la gestione sostenibile di prati e pascoli in condizioni di pendenza ed altitudine, la stima della qualità del foraggio, le prove varietali per piante foraggere, ricordando anche come prati e pascoli abbiano grande influenza su turismo, consumatori e intera società.
Il Prof. Dr. Matthias Gauly della Facoltà di Scienze e Tecnologie, Libera Università di Bolzano ha presentato la relazione: Development of Livestock production systems in mountain areas, richiamando la situazione attuale dell’agricoltura di montagna, i punti di forza e debolezza ed anche le possibili soluzioni. L’intervento del Prof. Massimo Tagliavini della Facoltà di Scienze e Tecnologie, Libera Università di Bolzano e membro dell’Accademia dei Georgofili ha puntualizzato le sfide dell’agricoltura di montagna soffermandosi in particolare sui settori della frutticoltura e viticoltura. Grazie a nuove tecniche come l’irrigazione antibrina è stato possibile espandere la melicoltura (60 t di mele ad ettaro) e la viticoltura anche in fondovalle, con un grande impatto sul paesaggio. L’ambiente risulta caratterizzato da microclimi particolari e diversi livelli di piovosità che possono favorire anche le produzioni ortofrutticole alternative a melo e vite, con varietà tardive per i mercati locali. Tra le sfide del futuro si pone particolare attenzione sulla riduzione dei costi di produzione ed il mantenimento dei livelli produttivi e qualitativi attuali.
A conclusione dei lavori, il Presidente della Sezione Nord Est dell’Accademia dei Georgofili, ha ringraziato i relatori, gli organizzatori dell’interessante manifestazione e tutti i presenti. Un grazie particolare è stato dedicato alla direttrice Juliane Gasser Pellegrini per l’accoglienza e l’ospitalità riservata all’Accademia. Nel proseguo della giornata hanno avuto luogo la visita tecnica in azienda agraria e quella guidata al Museo etnografico provinciale dedicato agli usi e costumi di Teodone.