I massimi esponenti nazionali del settore vitivinicolo europeo di qualità, presenti oggi all’Accademia dei Georgofili per l’audizione dell’accademico Riccardo Ricci Curbastro, hanno messo in evidenza i pericoli della deregulation prevista dalla OCM vino che, prevedendo la liberalizzazione degli impianti a fine 2015, crea di fatto le premesse per una crescita indiscriminata delle produzioni, anche delle DOC. Gli effetti potrebbero essere devastanti, con probabili aumenti delle superfici vitate che potrebbero arrivare, per citare alcuni esempi, da 61.000 ettari a 120.000 per la DOC Cotes-du-Rhone, da 60.000 ettari a 350.000 per la Rioja, da 17.000 ettari a 35.000 per il Chianti.
Dopo l’introduzione del Presidente dei Georgofili Prof. Scaramuzzi e il saluto dell’Assessore Regionale all’Agricoltura Salvadori, la denuncia è avvenuta con la relazione di
Riccardo Ricci Curbastro, Presidente di EFOW – Federazione Europea dei Vini di Origine - e di Federdoc – Federazione italiana dei Consorzi di tutela dei vini a DO –, il quale ha voluto ribadire le preoccupazioni e le richieste dei produttori europei di vino a DO. “
Dover rinunciare ad un sistema sperimentato di gestione e controllo delle produzioni con il fine di una presunta maggiore competitività è pura illusione – ha sottolineato – s
pecie nel momento attuale di forte crisi dei Paesi terzi produttori che maggiormente applicano la liberalizzazione. Occorre ancora di più e meglio sensibilizzare il Parlamento Europeo e convincere altri Paesi affinché decidano, nell’ambito del Consiglio, per la contrarietà alla liberalizzazione e spingano la Commissione per il ripristino dei diritti di impianto”.Hanno condiviso l’analisi di Ricci Curbastro anche
Fernando Prieto Ruiz, Presidente della CECRV – Federazione Spagnola dei Consorzi di tutela dei vini e vice Presidente di EFOW, e
Pascal Ferat, membro di CNAOC – Confederazione Francese dei vini a Denominazione di Origine e Presidente del “Syndicat Général des Vignerons de la Champagne”.
Giuseppe Aulitto, Direttore Generale delle Politiche Comunitarie ed Internazionali di Mercato del MIPAAF, ricordando che il Ministero ha espresso, in vari incontri istituzionali, la massima contrarietà alla politica liberistica degli impianti, e che il Ministro Romano ha condiviso con altri 9 Paesi una richiesta al Commissario Ciolos per il mantenimento dei diritti di impianto, ha concluso:
“Il Regime dei diritti di impianto attuale è un sistema collaudato e premiante, nel momento in cui contribuisce ad assicurare in special modo alle Denominazioni equilibri di mercato e tutela della qualità e permette parimenti, se necessario, la crescita delle stesse anche in termini di superfici vitate e produzione. Non possiamo permettere che i sacrifici fatti dai Consorzi e dalle Regioni per questi equilibri vengano messi in discussione dalle liberalizzazioni indiscriminate”.