In un “fazzoletto” di terra di 2000 chilometri quadrati tra Valencia, la Catalogna e la provincia di Aragona vi sono quasi 5000 piante di olivo millenarie, con una circonferenza del tronco di almeno 3,5 metri misurata a 1,3 metri di altezza da terra.
Si tratta di olivi della varietà Farga, tipica cultivar locale. Già due secoli fa, si è smesso di coltivare questa varietà poiché meno produttiva e, fino a pochi anni fa, molti di questi alberi sono stati sradicati per essere venduti come ornamenti di ville e parchi. Nel frattempo i nuovi oliveti sono stati costituiti con le varietà iberiche più conosciute, quindi soprattutto Picual e Arbequina.
Un gruppo di dieci aziende, frantoi e cooperative, non volendo rischiare di perdere un patrimonio colturale e culturale enorme, hanno deciso di costituire un'associazione per tutelare queste piante e la storicità di questi luoghi.
Nel frattempo la provincia di Valencia ha impedito lo sradicamento di olivi con un diametro superiore a 6 metri misurati a 1,3 metri da terra, caratteristiche possedute da circa 3000 olivi nell'area di Senia.
L'associazione ha varato un vero e proprio progetto economico che integri l'olivicoltura e il turismo.
Le dieci aziende associate si sono impegnate ad acquistare olive e olio di questi olivi millenari al doppio rispetto al valore di mercato ordinario locale.
Un progetto che ha visto la nascita di due musei sugli olivi millenari dell'area e una stretta sinergia con la ristorazione. Molti ristoranti stanno offrendo l'olio degli olivi millenari.
L'Italia potrebbe vantare, a partire dal Salento, molti territori con olivi millenari ma, al momento, la volontà di tutelare questi patrimoni, valorizzandoli attraverso veri e propri progetti economici, sembra appannaggio solo di qualche imprenditore isolato.
Tratto da: Teatro Naturale, 25/5/2017