La bioeconomia e i materiali vegetali entrano nei programmi di sviluppo di diversi settori industriali toscani, sia tradizionali che innovativi, come testimoniano gli interventi di imprenditori e agricoltori ai Georgofili di Firenze, in occasione della presentazione del progetto ‘COBRAF – Coprodotti da Bioraffinerie’, che si è svolta lo scorso 12 aprile.
Dal settore delle costruzioni alla farmaceutica e nutraceutica, dai materiali isolanti alla produzione di pannelli in legno, dagli oleifici alla cosmesi, diverse industrie vedono nell’uso innovativo dei prodotti derivati dalle piante una concreta possibilità di innovazione e recupero di competitività dopo anni di crisi pesante.
Una possibilità agevolata dalle normative, come il nuovo Decreto sui criteri minimi ambientali per gli appalti pubblici – ricordato da Riccardo Cecconi di Unibloc di Poggibonsi - che dovrebbero favorire gli Acquisti Verdi nella pubblica amministrazione italiana e porre fine alla disastrosa corsa al ribasso dei prezzi.
Il progetto COBRAF, finanziato dal Piano di Sviluppo Rurale della Regione Toscana (misura 16.1) e coordinato dall’associazione Chimica Verde con sede nazionale ad Arezzo, si propone in particolare l’avvio di filiere agroindustriali in Toscana a partire dai diversi co-prodotti (seme, paglie, farine, fiori e foglie) di 4 colture oleaginose: camelina, canapa, cartamo e lino. “Un’opportunità non solo per l’industria, ma innanzitutto per l’agricoltura toscana – dichiara Beppe Croce, coordinatore del progetto – Introdurre queste colture in rotazione ai cereali, che oggi hanno quotazioni minime, porterebbe benefici all’ambiente, alla fertilità dei suoli e soprattutto al reddito degli agricoltori”.
Per maggiori informazioni contattare:
Simona Buonandi- Segreteria Chimica Verde Bionet
info@chimicaverde.it
cell : 338 8940965