Condivido pienamente quanto scritto da Mati sull’impossibilità di criticare, o commentare, l’operazione di “marketing temporaneo” della caffetteria che ha sponsorizzato l’intervento di arredo urbano a Milano. Non posso tuttavia non osservare che, molti organi di informazione, forse suggestionati dall’autorevolezza botanica di qualche politico, lasciano intendere che i Trachycarpus fortunei, messi a dimora nella piazza del Duomo di Milano, siano originari dell’Africa e che, in qualche maniera, siano ricollegabili ai clandestini o immigrati africani. Voglio solo ricordare che l’Arecacea in questione, comunemente nota come Palma cinese, è originaria delle montagne della Cina e della Birmania, dove viene coltivata per ottenere fibre tessili con cui si producono corde, sacchi e indumenti. Essendo in grado di resistere a temperature anche inferiori a -15°C la palma viene utilizzata a scopo ornamentale fino al Nord Europa, mentre soffre nelle zone a clima troppo secco e caldo. Per tali caratteristiche, dopo la sua introduzione in Europa, avvenuta nel 1844, a opera di Robert Fortune, T. fortunei è stato ampiamente diffuso in Italia, dalla Sicilia al Friuli Venezia Giulia. Un rigoglioso boschetto si trova nel Parco del Castello di Miramare a Trieste. Riguardo ai parassiti animali, a parte gli incivili, presenti ovunque, in Sicilia ho avuto modo di rilevare che solo qualche decina di Palme “cinesi” sono state infestate dal più volte chiamato in causa Punteruolo rosso, Rhynchophorus ferrugineus (Olivier), e che, la maggior parte di esse, erano state in precedenza debilitate dalle infestazioni del Castinide delle palme Paysandisia archon (Burmeister). (Fig.2) Gli adulti di tale Lepidottero, di origine sud americana, il cui apparato boccale è atrofizzato, hanno un’apertura alare di dimensioni variabili da 70 a 110 mm. Il corpo e le ali anteriori sono di colore marrone olivastro con una sfumatura longitudinale più scura. Le ali posteriori sono di colore rosso con caratteristiche macchie nere e bianche (Fig.1). Le larve mature misurano circa 80 mm e sono dotate di robuste mandibole; il corpo è di colore bianco crema con il capo di colore marrone, parzialmente immerso nel protorace, (Fig.3). Il mesotorace è più largo dei successivi segmenti. Le zampe sono di piccole dimensioni, mentre le pseudozampe addominali sono sviluppate. La crisalide, lunga circa 50 mm, è protetta dal bozzolo costruito dalla larva con fibre di palma legate da fili sericei. Nelle aree del Mediterraneo, dove il Lepidottero si è insediato da oltre 20 anni, gli adulti compaiono agli inizi di giugno e sono presenti fino a settembre. Le larve endofite sono attive per tutto il periodo primaverile-estivo; alcune, raggiungono la maturità, e incrisalidano nel corso dell’autunno (generazione a ciclo annuale), altre invece, prima di incrisalidare rimangono allo stadio larvale fino all’estate successiva (generazione a ciclo bi-annuale). Le piante infestate manifestano un deperimento generale con ingiallimenti fogliari e presenza, all’esterno dello stipite, di rosura. Su tali piante il Punteruolo rosso (Fig.4), se presente in elevate densità di popolazione, su altre palme più suscettibili, si insedia dopo la Paisandisia, completando la distruzione della palma, e pertanto viene ritenuto unico responsabile del misfatto. Alcuni ritengono che i due fitofagi esotici potrebbero essere considerati utili poiché, eliminano una indesiderata specie vegetale aliena. Ciò a dimostrazione del fatto che, in natura, non esistono specie utili o dannose ma che il loro ruolo viene assegnato solo in base all’interferenza economica ed emotiva con le attività e la sensibilità umane.
Fig.1 Adulto di P. archon (foto Suma)
Fig.2 Trachycarpus fortunei infestati da Paysandisia archon e successivamente da Rhynchophorus ferrugineus
Fig.3 Larva di P. archon
Fig.4 Adulto e larve di Rhynchophorus ferrugineus