Il manto di Ruggero II, primo re di Sicilia, attualmente esposto nel
museo imperiale di Vienna, Weltliche Schatzkammer della Hofburg, è stato
oggetto di una conferenza all’Archeoclub di Catania. Lo studioso
Francesco Cappello ha illustrato le caratteristiche del manufatto e le
vicissitudini del primo trasferimento in Germania da parte di Enrico IV e
successivamente in Austria. Il manto, come riportato, in caratteri
cufici, lungo il bordo semicircolare, è stato realizzato nel Thiraz
(opificio di tessitura) del palazzo reale di Palermo nell'anno 528
dell'Egira (A.D. 1140 circa). Il pregevole manufatto, che misura 345 x
146 cm, è in seta color rosso scarlatto ed è ricamato con fili d'oro,
smalti e perle. La palma da datteri al centro, simbolo dell’unione e
della vita, divide simmetricamente il motivo decorativo, ripetuto su
ambo i campi destro e sinistro, che raffigura il leone normanno, simbolo
degli Altavilla, in atto di sovrastare il dromedario arabo. Il ricamo è
stato eseguito nel Rakam, laboratorio di disegno reale, e combina
elementi islamici, romanici, latini e bizantini. Il manto è una
testimonianza dell’importanza della bachicoltura e dell’industria serica
siciliana, che fu potenziata dagli Arabi con la diffusione del gelso,
pianta nutrice del Baco da seta e con la costruzione di opifici per la
lavorazione della seta e dei manufatti tessili che, fin dal secolo IX
erano esportati nei mercati di Alessandria d'Egitto, di Napoli, di
Amalfì e di Salerno. L’industria serica siciliana mantenne nel tempo
standard elevati e raggiunse l'apice, sul piano commerciale, nel secolo
XVII, quando la seta era il primo prodotto più esportato. Per colorare
di rosso la seta del manto, è stato utilizzato un pigmento ricavato
dall’emolinfa delle femmine della Cocciniglia delle querce
Kermes
vermilio (Fig.2), raccolte prima dell’ovideposizione, essiccate e
triturate e manipolate secondo tecniche tenute segrete.
Un’ultima
annotazione riguarda il significato politico del mantello reale;
simbolicamente il motivo decorativo rappresenta il leone normanno che
sovrasta il dromedario simbolo dei mussulmani sottomessi (Fig.3). per
contro, durante la dominazione araba dell’Isola, in molti manufatti
mussulmani, era il dromedario arabo a sottomettere l’asina siciliana. Un
esempio è la scultura, realizzata in steatite, esposta nella
mostra “Gli Arabi in Sicilia” insieme ad altri oggetti di uso comune e
decorativi, di epoca araba in Sicilia
Fig.1 Il manto di Ruggero II.
Fig. 2. Femmine della cocciniglia del carminio,
Kermes vermilio, su
Quercus ilex.
Fig.3 Scultura in pietra saponaria raffigurante un dromedario che si accoppia con un’asina. (Sicilia sec. X-XII)