Anche volendo ammettere che 150 anni non siano stati sufficienti a perfezionare la formazione e spirito unitario degli Italiani, dobbiamo riconoscere che da allora il nostro popolo è molto cambiato. La nostra penisola era già stata da tempo ripetutamente attraversata da invasori e da correnti migratorie interne e con l’estero, fenomeni tutt’oggi in atto. Né si deve commettere l’errore di sottovalutare che una buona parte della popolazione è ormai costituita da generazioni miste i cui caratteri possono esprimere quel “lussureggiamento” evidenziato dalla scienza genetica. Oggi viviamo in una realtà del tutto diversa, che ha fortemente condizionato le culture, le tradizioni, i modi di vivere, di pensare e di essere. Anche le differenze sociali ed economiche ancora esistenti tra alcune aree della nostra penisola non possono essere considerate statiche. Ciascuna realtà dispone di proprie specifiche risorse che non vanno sottovalutate e sprecate, spesso per pregiudizi dettati da qualche malcelato interesse contingente.
Dobbiamo anche ricordare che l’irrinunciabile avvio dell’Unione Europea ha aperto un nuovo, più vasto e non facile processo unitario, a livello continentale, che oggi raccoglie 27 Paesi. Siamo impegnati nella coerente ricerca di comuni indirizzi e regole per amministrare e tutelare un’unica società civile europea. Sono già stati ottenuti importanti risultati, ad esempio con l’adozione della moneta unica, l’abolizione delle frontiere, la libera circolazione del lavoro e degli studenti, l’aumento di matrimoni misti e di doppie nazionalità. Tutti dovremo condividere le conseguenze che un tale impegnativo processo inevitabilmente comporterà, consapevoli che occorreranno secoli, varie generazioni ed una tenace capacità di resistere agli inevitabili contrasti.
I molteplici settori produttivi potranno moltiplicarsi, svilupparsi e differenziarsi, marciando a diverse velocità, creando nuove situazioni e forse altre sperequazioni. La sempre più forte e rapida spinta delle nuove conoscenze scientifiche e delle conseguenti innovazioni tecniche, ormai non consente più neppure di immaginare ciò che nell’immediato prossimo futuro potrebbe sconvolgere il nostro attuale assetto (ambientale, economico, sociale, ecc.). Siamo però certi che molti italiani non mancheranno di coglierne rapidamente le nuove opportunità, ovunque potranno rendersi più utili, senza alcun bisogno di vetuste controversie, di stampo razzista fuori tempo, sulle nazionalità attuali, sui diritti di territorialità e sulle problematiche origini remote di ciascuno.
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