Negli anni ’70 ed ’80, l’Unione Sovietica era il primo Paese importatore di frumento a livello mondiale, raggiungendo, nel 1984-85, ben 55,5 milioni di tonnellate, che poi, col disfacimento dell’Unione Sovietica, negli anni ’90, diminuirono a meno di 10 milioni. Infatti, il successivo governo di Vladimir Putin stabilì di incrementare la produzione russa dei cereali, con particolare riguardo al frumento tenero. Attualmente, oltre ad essere un Paese grande esportatore di gas e petrolio, quest’anno la Russia è divenuta, secondo i dati forniti dall’ USDA, il Paese maggior esportatore di frumento, con 30 milioni di tonnellate, superando l’Unione Europea (a 28 Paesi) che, nelle 3 annate precedenti era risultata la più grande esportatrice mondiale (con quasi 35,5 milioni di tonnellate nel 2014-15), ma che quest’anno è risultata seconda, avendo esportato 27 milioni di tonnellate di granella. Quest’anno Il terzo Paese produttore di grano nel mondo sono gli USA, con la previsione di 25,5 milioni di tonnellate. Gli USA, nel 1981- 82, esportarono 49 milioni di tonnellate di frumento, quando l’Unione Sovietica aveva raggiunto i più alti valori di importazione di frumenti e cereali. Indubbiamente, l’attuale Russia ha considerato prioritaria la produzione di cereali non solo per soddisfare le esigenze alimentari interne, ma anche per ottenere valuta estera, allineandosi alla politica dell’economia di mercato dell’occidente. L’attuale politica del governo russo ha quindi deciso di valorizzare la grande quantità di terreni del Paese, stimolando la produzione alimentare con importanti finanziamenti per la ricerca e per lo sviluppo della produzione agricola. Quindi, attualmente, la Russia sta emergendo, a livello mondiale, non solo come produttrice di energia (petrolio e gas), ma anche come produttrice di alimenti di base. L’incremento dei ritorni finanziari delle esportazione di grano ha anche compensato la recente
diminuzione dei prezzi dei combustibili fossili. Certamente questo nuovo successo delle politica della Russia dovrà, da ora in poi, essere considerata anche nel grande mercato alimentare mondiale, tenendo anche conto delle esportazioni di frumento e farina di frumento degli altri Paesi dell’Asia, in passato già parte dell’Unione Sovietica (Uzbekistan,Tagikistan, Kirghizistan, Kazakistan).