La malattia degli agrumi denominata Exocortite è causata da un viroide denominato Citrus Exocortis Viroid (CEVd) ed è stata segnalata e descritta da Fawett e Klotz nel 1948 come una alterazione dell’arancio trifogliato che provocava desquamazione della corteccia e deperimento delle piante innestate su questo portainnesto. Altri Autori riportano che l’alterazione era conosciuta in Australia prima del 1930. Attualmente è presente in tutte le aree agrumicole del mondo. I gravissimi danni causati dalla diffusione del virus della tristezza degli agrumi (CTV) che ormai in Italia interessano una elevata percentuale di piante innestate su arancio amaro (portainnesto ancora preponderante nell’agrumicoltura italiana) hanno indotto all’adozione di altri portinnesti. Fra di essi i più utilizzati sono ad esempio i citrange (Poncirus trifoliata Raf. x Citrus sinensis Osbeck) Troyer e Carrizo ed altri ibridi costituiti in California: Bitters, Carpenter e Furr (C. sunki x P. trifoliata) e due spagnoli Forner-Alcaide n.5 (Mandarino Cleopatra x Arancio trifogliato) e n. 418 (Arancio trifogliato x Arancio amaro) in sostituzione quindi dell’arancio amaro. L’impiego dei citrange, portainnesti tolleranti al virus della tristezza, ha però sollevato nuovi gravi problemi fitopatologici (Tab. n. 1).
Alcuni di questi si possono facilmente prevenire impiegando materiale di propagazione certificato. Indagini effettuate in aree della Sicilia e in diversi impianti hanno chiaramente messo in evidenza che una elevata percentuale delle piante dei nuovi agrumeti innestate su citrange presentano molto spesso una vistosa riduzione della chioma, fessurazione della corteccia che spesso iniziano dalle radici principali fino ad arrivare al punto d’innesto. Dalle analisi effettuate emerge che questi sintomi sono associati a gravi infezioni da viroidi. La notevole diffusione dei viroidi è naturalmente causata dal materiale di propagazione infetto. L’elevata moria causata dalle infezioni del virus della tristezza degli agrumi costringe gli agricoltori ad estirpare le piante morte o improduttive e reimpiantare su portinnesti tolleranti. Ma, nonostante la disponibilità di marze esenti da infezioni da viroidi, la notevole richiesta invoglia a impiegare materiale di propagazione non certificato come esente da malattie. Difatti, l’utilizzo di marze non preventivamente saggiate ha provocato e continua a provocare ingenti danni sui nuovi impianti che risultano infetti da diversi viroidi (tra l’altro, fino a qualche anno addietro per accertare le infezioni da viroidi sulle piante porta marze erano necessari parecchi anni perché si utilizzavano le piante indicatrici; oggi esistono delle tecniche che consentono di accertare infezioni da viroidi anche in 12 ore e hanno dei costi accessibili).
Il danno maggiore consiste nel fatto che i sintomi da viroidi sono molto simili a quelli causati dai funghi patogeni che causano marciumi radicali e quindi l’agricoltore cerca di rivitalizzare le piante attraverso l’uso di trattamenti fungicidi. La perdita economica sta nel fatto che i sintomi causati da viroidi si osservano dopo parecchi anni dall’impianto, quando le piante dovrebbero cominciare a produrre, creando un doppio danno e cioè estirpazione e nuovo reimpianto delle piante con mancata produzione per altri anni, raddoppiando o triplicando così il tempo prima che il nuovo impianto cominci a produrre un reddito per l’agricoltore.
È ovvio che in seguito agli ingenti danni causati dal virus della tristezza i nostri agrumicoltori a fronte dei grossi sacrifici e impegni economici conseguiti non sono più in grado di ricominciare a estirpare i nuovi impianti e ripiantumare.
Per concludere, possiamo affermare che se non si controllano i vivai e si continueranno a diffondere piante infette le aziende subiranno danni così rilevanti che decreteranno la fine dell’agrumicoltura italiana.
Foto sotto: Piantina con chiari sintomi da CEVd
Foto sotto: In primo piano pianta di agrumi affetta da CEVd