Eventi estremi sempre più frequenti: verso una gestione più resiliente delle emergenze nel dominio agrario, forestale e zootecnico

di Stefano Cesco
  • 12 March 2025

L’iniziativa organizzata dall’Accademia dei Georgofili il 25 febbraio 2025 ha rappresentato un’importante occasione di confronto sulla gestione delle emergenze nel dominio agro-silvo-zootecnico, un tema centrale alla luce dei cambiamenti climatici e degli eventi estremi che colpiscono con crescente frequenza il nostro territorio, provocando danni significativi. La giornata ha visto la partecipazione di esperti, accademici e professionisti del CONAF che, attraverso l’analisi di casi studio e il dibattito, hanno delineato strategie per rafforzare la resilienza del comparto.
Dall’analisi di eventi critici come le alluvioni in Emilia-Romagna nel 2023, la tempesta Vaia del 2018 e gli incendi boschivi del 2017, è emersa la necessità di un sistema di gestione delle emergenze specifico, più efficace e tempestivo. Mentre in alcuni ambiti come infrastrutture ed edilizia esistono già modelli strutturati, l’agricoltura ne è ancora priva. Colmare questa lacuna è prioritario per proteggere il dominio e garantire risposte tempestive. L'intensità e imprevedibilità degli eventi estremi rendono poi l'uso di tecnologie avanzate per il monitoraggio e la previsione dei rischi sicuramente utile, ma non sufficiente. Diventa quindi cruciale il ruolo dei professionisti di dominio, in grado di attuare interventi mirati e tempestivi. Agronomi, forestali e zootecnici risultano quindi essenziali per le loro competenze e conoscenza del territorio. È emerso il bisogno di un approccio sinergico e interdisciplinare, che preveda un coordinamento strutturato con la protezione civile e i sistemi di prevenzione del rischio. Servono modelli operativi integrati per garantire risposte tempestive, riducendo la frammentazione degli interventi e coinvolgendo figure professionali appropriate. Inoltre, dei professionisti del settore (agronomi, forestali e zootecnici) va riconosciuto il ruolo non solo tecnico, ma anche di presidio territoriale e connessione con le comunità rurali, in linea con quanto richiesto dalla FAO in termini di citizen engagement. E’ stato sottolineato come la resilienza del settore sia indispensabile non solo per la sicurezza ambientale, ma anche per la stabilità economica delle comunità locali, elementi fondamentali per l’attrattività delle nuove generazioni interessate a operare in questo ambito. Come sottolineato nel documento di Visione dell’agricoltura redatto dalla Commissione Europea, garantire questo ricambio generazionale è essenziale, anche per la continuità della gestione del territorio. Tuttavia, il raggiungimento di questi obiettivi dipende anche da politiche di supporto mirate ai territori rurali e alle loro comunità, il cui processo decisionale non necessariamente passa attraverso il coinvolgimento di esperti e professionisti di dominio. Un altro punto centrale del dibattito è stato il rafforzamento delle collaborazioni tra accademia, professionisti e istituzioni, cruciale per lo sviluppo di soluzioni innovative e l’adozione delle migliori pratiche internazionali. La formazione avanzata, l’utilizzo di strumenti digitali e lo sviluppo di nuove professionalità rappresentano leve strategiche per il futuro del settore. L’unicità del territorio italiano offre un’opportunità per trasformare l’esperienza nella gestione delle emergenze in un modello di riferimento anche a livello internazionale, favorendo la cooperazione transfrontaliera e lo scambio di competenze. La costituzione di un team multidisciplinare e interuniversitario che coinvolga anche il mondo della professione è un elemento chiave per garantire un presidio costante del territorio, grazie alla distribuzione delle sedi accademiche e degli ordini professionali locali. In questa direzione, è stato annunciato l’avvio di un tavolo di lavoro promosso da alcuni atenei per l’istituzione di una joint research unit sul tema, che possa riunire tutte le università interessate. Questa iniziativa potrebbe rappresentare una svolta nella gestione integrata delle emergenze, migliorando la risposta operativa, la formazione specialistica e la produzione di nuova conoscenza.
Il convegno si è concluso con la consapevolezza che affrontare le emergenze del settore non significa solo sviluppare strumenti tecnologici avanzati, ma anche adottare un cambio di prospettiva. Solo attraverso una strategia basata su innovazione, formazione e collaborazione multisettoriale (comunità locali, istituzioni, accademia e professionisti di settore) sarà possibile, favorendo al contempo un’integrazione efficace con la protezione civile e i sistemi di prevenzione del rischio, rendere il comparto più resiliente e pronto a fronteggiare le sfide future, tra cui gli impatti crescenti degli eventi climatici estremi.

[articolo di riferimento: https://doi.org/10.1016/j.ijdrr.2024.105015]