L’etichettatura dei prodotti e la pubblicità: i consumatori sono tutelati o ingannati?

Capitolo 5: Prodotti dietetici

di Paolo Fantozzi *, Silvio Garattini **
  • 12 February 2025

INDICE DELLA SERIE
1.  Avvertenze degli Autori ed introduzione
2.  Additivi alimentari
3.  Bevande
4.  Integratori alimentari
5.  Prodotti dietetici
6.  Sostanze cancerogene (IPA, fumo, acrilammide, micotossine)
7.  Alimenti trasformati e ultra-lavorati (UPF)
8.  Diete e Nuovi Alimenti (carni coltivate ed insetti)
9.  Proposte, raccomandazioni e conclusioni  

[estratto da Ital. J. Food Science. Vol. 37 (1) 1:15, 2025 (View of Product labels and advertising)]

Introduzione
Qualsiasi prodotto che un consumatore mangia, beve o inala nel corso della sua vita può potenzialmente causare danni. Le leggi che regolano la sicurezza dei prodotti mirano a prevenire tali danni. Questo documento si rivolge ovviamente ai consumatori ma ed allo stesso tempo a tutti coloro che sono coinvolti nelle industrie alimentari e farmaceutiche.

Prodotti dietetici
Gli alimenti dietetici sono definiti come prodotti che possiedono proprietà dietetiche e sono destinati a diete specifiche su misura per individui in particolari condizioni fisiologiche o patologiche.
L'articolo 1 del D.L. 27 gennaio 1992, n. 111 così recita:
1. I prodotti alimentari destinati a un'alimentazione particolare devono soddisfare i seguenti criteri a causa della loro composizione specifica o del loro processo di fabbricazione:
a) devono essere chiaramente distinti dagli alimenti non dietetici;
b) devono essere adatti solo a specifici obiettivi nutrizionali;
c) devono essere commercializzati in modo da essere identificabili e conformi all'obiettivo specifico.
2. I prodotti alimentari di cui al paragrafo 1 devono rispondere alle particolari esigenze nutrizionali delle seguenti categorie di individui:
a) le persone il cui processo di assimilazione o il cui metabolismo sono alterati;
b) le persone che si trovano in particolari condizioni fisiologiche per le quali possono trarre particolari benefici dall'assunzione controllata di talune sostanze negli alimenti;
c) i lattanti o i bambini nella prima infanzia in buona salute.
3. Solo le derrate alimentari di cui al paragrafo 2, lettere a) e b), possono essere etichettate come «dietetiche».
Si noti che nell'etichettatura, nella presentazione e nella pubblicità dei prodotti alimentari destinati al consumo quotidiano, è vietato utilizzare:
a) la qualifica di "dietetico" o "regime" da solo o insieme ad altri termini;
b) ogni altra espressione o qualsiasi presentazione che possa indurre a ritenere che si tratti di uno dei prodotti di cui al precedente art. 1.

Si consiglia fortemente di posizionare i prodotti per la salute, i prodotti dietetici e gli integratori su scaffali chiaramente contrassegnati per distinguerli dai prodotti alimentari generici.
Purtroppo non è sempre così, il che può creare confusione e portare a scelte di acquisto errate. Questo è particolarmente vero per gli alimenti dedicati a determinate intolleranze alimentari.

Le intolleranze alimentari sono reazioni dell'organismo a specifici alimenti o componenti alimentari. Si verificano quando il corpo non è in grado di assorbire o assimilare correttamente una sostanza, causandone l'accumulo nel tempo fino a un livello in cui compaiono i sintomi.
Le intolleranze alimentari sono disturbi che colpiscono principalmente l'apparato digerente, ma i cui sintomi possono manifestarsi anche come problemi respiratori o eruzioni cutanee. Le intolleranze alimentari più frequenti sono al lattosio e al glutine.
A questo proposito, vorremmo fare un'osservazione critica relativa alle definizioni proposte per alcuni prodotti NON dietetici, che forniscono informazioni che riteniamo fuorvianti riguardo alle intolleranze alimentari.
Ci riferiamo in particolare alla dicitura "senza glutine" o "senza lattosio" aggiunta ai quei prodotti che naturalmente non contengono affatto questi componenti. Sebbene queste informazioni possano essere utili per i consumatori che non sono a conoscenza della composizione dei prodotti, potrebbero essere fuorvianti e generare un senso di diffidenza nei confronti dei prodotti che contengono glutine o lattosio.

Senza lattosio
Molti prodotti sono naturalmente privi di lattosio (Tabella 3) e sono spesso pubblicizzati come tali. A nostro avviso, commercializzare un prodotto che naturalmente non contiene lattosio come privo di lattosio o suggerire che i sostituti senza lattosio siano una scelta più salutare rispetto ai prodotti lattiero-caseari per i consumatori tolleranti al lattosio non è etico.
Non siamo d'accordo con le proposte di evitare il consumo di prodotti contenenti lattosio per le popolazioni tolleranti al lattosio.
Nel tempo, infatti, è probabile che questo possa portare ad un aumento dell'intolleranza al lattosio, soprattutto se suggerito o proposto per bambini e adolescenti.

Scarica tabella 3.pngALIMENTI NATURALMENTE SENZA LATTOSIO

Senza Glutine 
Recenti ricerche epidemiologiche evidenziano una sempre più evidente relazione di causa-effetto tra il consumo di pasta che negli ultimi decenni si è progressivamente ridotta di glutine e l'incidenza della celiachia. Non sono state riportate invece evidenze scientifiche sulla variabilità del contenuto di glutine nel grano "antico" o “recente”.
Consumando alimenti contenenti glutine, compresa la pasta, potrebbe essere possibile invertire la rotta di questa crescente intolleranza alimentare e ridurne l'impatto nel corso degli anni. Come descritto sopra per i prodotti senza lattosio, riteniamo inoltre che gli alimenti naturalmente privi di glutine (Tabella 4) non debbano essere etichettati come privi di glutine poiché ciò potrebbe essere fuorviante. Raccomandiamo alle autorità e ai produttori di evitare di utilizzare l'etichetta senza glutine su tutti i prodotti alimentari tradizionali e di riservare questa etichetta ai soli alimenti dietetici. Sebbene tale informazione possa essere utile per le persone meno a conoscenza della composizione degli alimenti, c'è il rischio che l'etichetta senza glutine venga utilizzata per commercializzare prodotti senza glutine come una scelta più salutare, anche per coloro che non soffrono di celiachia. Questa dichiarazione può velatamente suggerire che la presenza di questi componenti sia dannosa, anche per chi non ha intolleranze, mentre sono dannosi SOLO in caso di intolleranze alimentari.
Infine, raccomandiamo ai consumatori di leggere attentamente le etichette al momento dell'acquisto di prodotti confezionati ed alla GDO e supermercati di collocare i prodotti senza glutine solo su scaffali ad essi dedicati.

Scarica tabella 4.jpg: ALIMENTI NATURALMENTE CON GLUTINE O SENZA GLUTINE

Nel prossimo estratto tratteremo le SOSTANZE CANCEROGENE.

*tecnologo alimentare, Università degli Studi di Perugia
** farmacologo, “Istituto di Ricerche Farmacologiche Mario Negri-IRCCS”, Milano