L’invasione della Cocciniglia tartaruga in Italia e i rischi per le pinete di Pino domestico

di Giuseppino Sabbatini Peverieri, Leonardo Marianelli, Lucrezia Giovannini, Giuseppe Mazza, Francesco Turillazzi, Paolo Toccafondi, Pio Federico Roversi
  • 29 January 2025

Toumeyella parvicornis (Cockerell), nota come Cocciniglia tartaruga del pino, è una grave minaccia per le pinete italiane, in particolare quelle di pino domestico. Originaria del Nord America è stata reperita per la prima volta in Italia in Campania nel 2014 e si è successivamente diffuso nel Lazio, Toscana, Puglia, Abruzzo e Marche.
Insieme al commercio di piante infestate e al trasporto di parti di piante infestate derivanti da potature o abbattimenti, la principale modalità di colonizzazione di nuove pinete è legata alla capacità delle neanidi neonate, mobili, di farsi trasportare per km dalle correnti d’aria. Occasionalmente anche altri animali, uccelli in particolare, possono diventare vettori della Cocciniglia.
In Italia, T. parvicornis completa 3-4 generazioni/ anno manifestando grandi potenzialità di moltiplicazione anche grazie alla elevata fecondità delle femmine che possono deporre fino a 500 uova. L’Insetto causa danni diretti alimentandosi a spese della linfa delle piante colpite e danni indiretti a causa dello sviluppo di abbondanti fumaggini che finiscono per ricoprire con una colorazione nerastra l’intera chioma. Il forte indebolimento delle piante attaccate può concludersi con un rapido disseccamento o con l’attacco di insetti xilofagi di debolezza. Le piante di maggiori dimensioni possono resistere anni alle ripetute infestazioni, mentre le piante giovani e i semenzali non di rado collassano rapidamente. Nei casi di infestazioni gravi, interi soprassuoli a pino possono essere devastati, come rilevato per pinete costiere di Pino domestico Campane e Laziali tra il 2016 e il 2024.
Nel breve periodo gli interventi endoterapici realizzati impiegando prodotti a base di Abamectina, principio attivo estratto da un batterio del terreno, pur con differenze di efficacia e permanenza tra le diverse tecniche come evidenziato in uno studio presentato al Convegno organizzato dall’Accademia dei Georgofili a Pisa l’11 febbraio sulla problematica Toumeyella, hanno mostrato di permettere il temporaneo contenimento delle infestazioni della Cocciniglia in aree urbane o periurbane.
La salvezza del Pino domestico nelle aree urbane e nei contesti di particolare valore paesaggistico e naturale che le imponenti e talvolta monumentali formazioni boscate formate da questa conifera contribuiscono a formare lungo le coste italiane non potrà però prescindere da interventi di riequilibrio degli ecosistemi alterati dalla Cocciniglia tartaruga, la cui diffusione epidemica è stata resa possibile soprattutto dalla mancanza di efficaci antagonisti naturali indigeni in grado di attaccare il nuovo “pest”.
L’Istituto Nazionale di Riferimento per la Protezione delle Piante (INRPP, CREA-DC) ha avviato dal 2023 un impegnativo progetto internazionale di studi che ha portato i ricercatori italiani nel continente americano a ricercare nell’areale di indigenato e in ambienti di ulteriore diffusione di T. parvicornis i predatori e parassitoidi più efficaci nel controllo naturale.
Le ricerche hanno permesso di individuare e introdurre antagonisti della Cocciniglia tartaruga che sono attualmente in avanzata fase di studio in Italia per verificarne le potenzialità e i possibili impatti nelle pinete del nostro Paese, nell’ottica di una loro utilizzazione in un vasto Programma nazionale di Lotta Biologica per il controllo della Cocciniglia e la salvaguardia delle Pinete di Pinus pinea L.

Giovannini L., Mazza G., Sabbatini G., Iovinella I., Manco B.N., Prosper D., Blaise J., May C., Vanderberg N., Marianelli L., Roversi P.F., 2024 – Classical Biological Control of Toumeyella parvicornis: challenges and opportunities for a potential candidate – REDIA Journal of Zoology, CVII: 51-61. http://dx.doi.org/10.19263/REDIA-107.24.08 

Foto: Rametto di Pino domestico attaccato da Toumeyella completamente ricoperto di fumaggini nerastre