Gli alimenti contaminati da micotossine sono ottimi per nutrire gli insetti

di Mauro Antongiovanni
  • 30 October 2024

Da qualche tempo gli insetti sono stati proposti come il cibo proteico del futuro. Per noi occidentali la proposta è difficile da accettare, anche se c’è chi ci assicura che il sapore è ottimo. D’altra parte, in molti Paesi del sud est asiatico insetti e aracnidi vengono consumati da sempre, senza alcun tipo di problema, per cui, tutto è possibile.
Da noi, per il momento, alcune specie di insetti vengono allevate alimentandole anche con scarti alimentari, altrimenti inutilizzabili, ma il costo per l’alimentazione viene rimane elevato. Ne risultano farine di larve e di adulti caratterizzate da alti contenuti proteici, particolarmente utili come alternative proteiche a quelle classiche, come la soia, da inserire nelle diete dei nostri animali in allevamento, specie dei suini e dei polli. Ciò facendo, cerchiamo di limitare i danni all’ambiente conseguenti alle ben note problematiche della deforestazione selvaggia, praticata, anche illegalmente, per far posto alle immense monocolture di soia.
Dai ricercatori dell’Università olandese di Wageningen e degli Stati Uniti ci arrivano novità che rendono ancora più interessante l’allevamento di insetti per l’alimentazione animale.
In particolare, l’argomento della tesi di dottorato di Kelly Niermans all’Università di Wageningen ha riguardato la capacità che hanno certe larve, come quelle della mosca domestica, del Black Soldier, della tarma della farina e del grillo, di trasformare le micotossine in molecole assolutamente innocue. La segnalazione arriva da “All About Feed” del 9 settembre scorso.
Si tratta di una scoperta che apre interessanti opportunità di utilizzare substrati alimentari inquinati dalla presenza di tossine, altrimenti inutilizzabili, in alimenti per l’allevamento di insetti.
In particolare, le ricerche hanno dimostrato che le aflatossine B1 ed M1 non esercitano effetti negativi apprezzabili sulla mortalità e sull’accrescimento delle larve di Black Soldier e della tarma della farina.
Esaminando il metabolismo enzimatico nel Black Soldier, i ricercatori hanno osservato che il 60% della aflatossina B1 veniva convertito in altri metaboliti ed il resto eliminato con le escrezioni. Il materiale escreto, detto “frass”, viene raccolto e venduto come ammendante del suolo.
Il meccanismo metabolico di neutralizzazione di molecole tossiche è stato riscontrato dagli stessi ricercatori olandesi in molte specie di insetti, tanto da far pensare ad una caratteristica di tutti gli insetti.
Gli studi hanno interessato anche altre università e centri di ricerca, negli Stati Uniti e su altre specie di insetti, sui grilli, in particolare. Dopo 34 giorni di trattamento dei grilli con alimenti inquinati da fumosina, non si è registrato alcun effetto negativo sulla mortalità e l’accrescimento corporeo e il “frass” degli insetti conteneva più del 90% della fumosina originale, facilmente degradabile nel suolo.
I risultati ottenuti finora aprono interessanti prospettive nel settore dell’allevamento degli insetti come concentrati proteici per l’alimentazione animale e, volendo, anche umana. Infatti, si possono utilizzare substrati alimentari di scarto, contaminati da micotossine che gli insetti metabolizzano, in parte neutralizzandole e in parte eliminandole per evacuazione nel “frass” che si usa come ammendante del terreno, dove le micotossine finiscono di essere degradate. È un importante risultato, insieme al fatto che contribuisce ad abbattere il costo di produzione delle farine di insetti.