Il 3 dicembre 2024, nella sede dell’Accademia dei Georgofili, si terrà la Giornata di Studio conclusiva del progetto LIFE ‘LIFE4FIR’ (LIFE18 NAT/IT/000164) finanziato dal sottoprogramma ‘Natura e Biodiversità’. Il progetto LIFE4FIR ha avuto come obiettivo generale quello di sviluppare ed applicare strategie in situ and ex situ per la conservazione e la salvaguardia dell’Abete delle Madonie (Abies nebrodensis), una specie endemica del Parco delle Madonie, situato nell’area centro-settentrionale della Sicilia. L’ Abies nebrodensis è classificato come a rischio critico di estinzione e, per questo motivo, inserito nella lista rossa della IUCN tra le 50 specie più minacciate di estinzione del Mediterraneo. La popolazione naturale residua oggi è, infatti, costituita da soli 30 alberi adulti, distribuita in un’area di circa 84 ettari all’interno del Parco ed è protetta dalle normative previste dagli standard EU.
Il tema affrontato riguarda la protezione della biodiversità e la salvaguardia delle specie vegetali dai rischi antropogenici come il sovrasfruttamento, l’introduzione di specie non native, la degradazione e frammentazione dell’habitat e il cambiamento climatico. Le specie in via di estinzione sono una componente essenziale della biodiversità e la loro perdita può avere un profondo impatto sugli ecosistemi. Esse contribuiscono alla biodiversità svolgendo ruoli esclusivi a livello ecologico e, quando queste specie scompaiono, l’equilibrio dell’ecosistema viene compromesso. La perdita di biodiversità può rendere gli ecosistemi più vulnerabili alle sollecitazioni ambientali, come inquinamento, cambiamento climatico e malattie. Pertanto, proteggere le specie a rischio di estinzione è essenziale per preservare la biodiversità e il funzionamento degli ecosistemi.
Il progetto LIFE4FIR è stato avviato nel 2019 con l’obiettivo di migliorare lo stato di conservazione dell’Abete delle Madonie, rispondendo alle principali cause di vulnerabilità: l’erosione genetica, la frammentazione della popolazione (e la conseguente autogamia), la scarsa rinnovazione naturale, la sovrappopolazione di erbivori selvatici (daini e cinghiali) e la possibile ibridazione con abeti non nativi. Il progetto è stato attuato da IBE-CNR, Università di Palermo, Università di Siviglia, Ente Parco delle Madonie e il Dipartimento per lo Sviluppo Rurale e Territoriale della Regione Sicilia, con il coordinamento dell’IPSP-CNR (Coordinatore, Dr. Roberto Danti).
Il primo obiettivo è stato quello di sostenere e proteggere la popolazione di alberi adulti residui e dei pochi giovani esemplari costituenti la rinnovazione naturale, attraverso interventi in situ. È stato installato un nuovo sistema di recinzioni per proteggere la popolazione residua dagli erbivori selvatici e dalla pressione antropica; è stato avviato un sistema di videosorveglianza come deterrente e supervisione; sono stati monitorati gli stress biotici e abiotici a carico degli alberi mediante ispezioni, campionamenti e rilievi multispettrali (mediante drone); sono state censite e mappate le piantine della rinnovazione naturale.
Per mitigare l’effetto dell’inbreeding e dell’autofecondazione dovute alla frammentazione dell’habitat è stato perseguito il salvataggio genetico attraverso un programma di incroci controllati che ha permesso di ottenere in vivaio circa 5000 piantine selezionate. Queste sono state sottoposte a micorrizzazione, al controllo di fitopatie e all’applicazione di pratiche colturali migliorative, al fine di prepararle alla messa a dimora nei nuovi impianti. Al riguardo, sono stati costituiti all’interno del Parco dieci nuovi nuclei di ripopolamento, tra 750 e 1610 m di altitudine. I nuovi impianti sono stati realizzati tenendo conto delle caratteristiche ecologiche di Abies nebrodensis, con l’obiettivo di favorire la re-diffusione e il dinamismo della popolazione. Inoltre, per salvaguardare l’integrità genetica di Abies nebrodensis è stato effettuato il censimento e la rimozione di abeti non nativi come Abies cephalonica e Abies alba in piantagioni realizzate circa quarant’anni fa, a pochi km di distanza dall’area di indigenato.
Il progetto ha perseguito, inoltre, l’obiettivo di garantire la conservazione della specie anche attraverso misure ex situ. All’interno del “MAN, Museo dell'Abies nebrodensis”, nel Municipio di Polizzi Generosa, è stata creata la ‘Banca del Seme e Criobanca’ dell’Abete delle Madonie per la conservazione di semi, polline, embrioni e linee di callo embriogenico ottenuti dalle piante relitte della specie; mentre nel vicino vivaio forestale di Piano Noce è stato allestito un arboreto clonale.
Come strumento della politica ambientale dell’UE, LIFE4FIR ha implementato azioni di divulgazione e replicazione. Social media, open days, visite guidate e fiere hanno avuto lo scopo di sensibilizzare le comunità locali, le scuole di ogni ordine e grado e il pubblico, in generale, sulle tematiche ambientali e la protezione della biodiversità. Workshop, eventi di replicazione e formativi sono stati destinati alla comunità scientifica, ai portatori di interesse, ai gestori di aree protette, alle istituzioni, per promuovere e trasferire le soluzioni e le migliori pratiche per la salvaguardia di altre specie arboree a rischio di estinzione nell’area Mediterranea.
La Giornata di Studio conclusiva del LIFE4FIR che si svolgerà presso l’Aula Magna dell’Accademia dei Georgofili sarà un’occasione per presentare gli strumenti sviluppati e i risultati ottenuti dal progetto, valutare il loro impatto sulla conservazione di Abies nebrodensis e promuovere l’importanza della biodiversità e della sua conservazione.
Foto: Abete delle Madonie-in situ