La pianura di Pistoia è oggi occupata quasi interamente dalle attività vivaistiche, di pieno campo o in contenitore, che hanno sostituito, ormai da molti decenni, i campi di seminativo vitato, caratteristici di queste giaciture nel periodo della conduzione mezzadrile. In realtà i vivai ormai stanno risalendo le colline, prendendo il posto di mosaici colturali di stampo “più “tradizionale”.
Infatti, salendo sui rilievi collinari non è insolito vedere nel giardino di una graziosa villetta non le quattro, cinque rose che potremmo aspettarci, ma cinquecento rose in contenitore!!! La vasetteria ha invaso gli spazi come un fiume in piena! Certamente questo fenomeno crea difficoltà di convivenza con la popolazione non direttamente interessata alla produzione, perché si tratta di un’agricoltura intensiva anche se effettuata con competenza e perizia, quindi deve rappresentare un obiettivo prioritario la valutazione attenta e capillare della sostenibilità ambientale finalizzata a preservare la salute delle piante senza recare alcun danno alle persone.
Una volta affrontato questo tema centrale con la volontà di individuare soluzioni efficaci in tempi brevi, guardiamoci intorno e chiediamoci cosa vediamo, cosa vedono gli abitanti di questi luoghi, cosa vedono le persone che percorrono l’autostrada in prossimità di Pistoia, cosa percepiscono i visitatori, i turisti; qual è l’immagine di Pistoia nel mondo: superfici infinite di alberi e arbusti in filari regolari, di genere e specie simili o diverse tra loro per portamento, fiori, fogliame, colori. I filari possono avere orientamento diverso, avere prato tra di loro, terra oppure ghiaia. Tutte queste piante sono in attesa di essere destinate a diventare parti e componenti di parchi, giardini, aiuole, etc.
Ma, esse stesse, in quanto alberi, arbusti, viali, differenti colori e fiori…a cosa corrispondono se non a un grande giardino? Un giardino destinato a dar luogo a giardini ma un giardino esso stesso, con un alto grado di manutenzione, di cura, e, certamente, anche di biodiversità. Molti vivai, sia appartenenti a grandi aziende, sia quelli di piccole dimensioni, hanno lavorato e lavorano per migliorare l’immagine e la qualità paesaggistica, ad inventarsi un progetto di parco fruibile dell’intero vivaio, non solo nelle parti di vetrina commerciale, quelle usate come catalogo vivente.
I primi che devono percepire la bellezza del grande giardino che occupa gran parte del territorio comunale sono gli abitanti di questo territorio, perché i paesaggi abituali sono sempre scarsamente percepibili, quindi è necessario un dialogo rivolto a rendere più consapevoli di avere un patrimonio ambientale, paesaggistico e culturale di cui godere, da qualificare, migliorare e rendere noto al mondo, non solo come settore produttivo di alta qualità, ma come luogo da visitare, per il ruolo culturale che riveste.
Un aspetto su cui è necessario porre attenzione ed è necessario far emergere, è il valore ecologico dei vivai, in quanto ricchi di specie diverse e quindi con un alto grado di biodiversità, che certamente qualcuno sta studiando e di cui sarebbe interessante conoscere i risultati. Si tratta di un ecosistema peculiare da conoscere e far conoscere, anche come valore aggiunto di questo settore agricolo.
Il valore ecosistemico di una così vasta superficie di piante, che variano in continuazione, costituisce un valore importante in termini di produzione di ossigeno.
Quella che si propone è un’apocalisse, nel senso etimologico del termine, (apo kalupsis, apo kalupto: togliere il velo, quindi rivelazione, manifestazione) infatti dobbiamo svelare, nel senso di mostrare a tutti ciò che è palese: Pistoia è circondata da una grande giardino, un giardino di giardini, stanze all’aperto, paesaggi talora profumati, talora colorati, che producono ossigeno, che vengono mantenuti per essere sani e belli. Si tratta di luoghi in cui passeggiare, peraltro forniti di una molteplicità di strade, di percorsi storici da riscoprire, attraversando paesaggi diversificati nei quali, come diceva Pierre Grimal “l’uomo ha imparato a barare con la natura”, cioè i giardini.