La specie Lagunaria patersonia (Andrews) G. Don, è una malvacea arborea dedicata all’esploratore scozzese William Paterson che, grazie alle sue conoscenze botaniche, per primo individuò la pianta in Australia dove vive nella foresta pluviale del Queensland nonché delle isole di Norfolk e di Lord Howe, La malvacea descritta da Andrews è stata successivamente inserita insieme a Lagunaria queenslandia Craven, in un nuovo genere dedicato al medico umanista e naturalista spagnolo Andrei de Laguna. Nel secolo, scorso la specie è stata introdotta in ambiente mediterraneo dove, attualmente, sono presenti pochi esemplari nel Giardino Botanico di Thuret in Francia, e in quello di Hambury sulla riviera ligure, nonché in altre zone costiere italiane non soggette a gelate. Due esemplari centenari si trovano nel giardino di uno stabilimento balneare ad Acitrezza, in provincia di Catania, e uno nell’Orto Botanico dell’Università di Catania dove è stato messo a dimora intorno al 1925. Una ventina di anni fa due piante sono state poste in uno spazio a verde del centro etneo e una in giardino privato del lungomare cittadino; sempre a Catania recentemente tre giovani Lagunarie sono state collocate in una piazza del centro storico per sostituire altrettante palme delle Canarie uccise dal Punteruolo rosso.
Nelle aree di origine può raggiungere 15 m di altezza; la chioma è raccolta, fittamente ramificata di norma colonnare o piramidale, da cui il nome di “Albero piramidale”; ma può avere un portamento arbustivo o prostrato. La corteccia è grigio scuro rugosa. Le foglie persistenti sono lunghe da 5 a 10 cm, coriacee di forma ovale o lanceolata; la pagina superiore è di colore verde oliva opaco, quella inferiore è ricoperta da fitte squame grigio biancastre da cui deriva il nome comune di “Quercia bianca del Queensland”. In Sicilia la fioritura inizia in maggio e prosegue in estate attraendo numerosi insetti i e soprattutto le bottinatrici di Apis mellifera. I fiori sono singoli ascellari; hanno la corolla vellutata, a forma di campanula, del diametro di circa 5 cm con i cinque petali saldati alla base in un tubo (gamopetala) e con apici più o meno acuti, rivolti all’indietro, di colore rosa fucsia. La forma a coppa, o a trombetta, con pistillo e stami prominenti ricorda quella degli Ibiscus da cui il nome di “Ibisco di Nortolk”. I frutti sono capsule ovoidali, lunghe 2,5 cm deiscenti, che contengono numerosi semi reniformi di colore rosso e sottili peli urticanti che, come aghi di vetro, penetrano nell’epidermide, motivo per cui la pianta è anche nota come “Albero bomba del prurito” (Itchy Bomb Tree)
Periodiche osservazioni sull’ entomofauna ospite della Malvacea, in corso di studio, oltre all’attività delle bottinatrici di Apis mellifera (Linnaeus) hanno evidenziato la presenza su alcune foglie della Cocciniglia Ceroplastes rusci Linnaeus, che vive soprattutto su Ficus carica Linnaeus e Agrumi la cui presenza è associata a quella di Formiche e in particolare delle operaie del Formicoideo Crematogaster scutellaris (Olivier). In altri ambienti è stata segnalata la presenza della “Cocciniglia mezzo grano di pepe” Saissetia oleae (Olivier). Su foglie, fiori e capsule è frequente il Ligeide Oxycarenus lavaterae (Fabricius), noto come “Cimice della Lavatera”, i cui adulti immaturi in inverno si aggregano in ripari vari e, in primavera, si trasferiscono su Malvacee dei generi Lavatera, Hybiscus, Althea e Lagunaria e si alimentano pungendo la nuova vegetazione. Sulle capsule Insieme al Ligenide sono stati riscontrati gli stadi giovanili e gli adulti del Pirrocoride Pyrrhocoris apterus Linnaeus, che, oltre a pungere vari vegetali senza causare danni, preda altri ins etti. In estate le bottinatrici di Apis mellifera vengono allontanate dai fiori e spesso predate da operaie di Vespa orientalis Linnaeus.). In Australia è nota l’attività dell’indigeno Eterottero Scutellaride Tectocoris diophtalmus (Thunberg), fitomizo noto come “Cimice arlecchino dell’Ibisco”, dallo spiccato dimorfismo sessuale
Considerato il valore ornamentale della Malvacea arborea sempreverde nonché l’attività delle Api che trovano interessanti risorse, sarebbe auspicabile la diffusione di L. patersonia; tuttavia bisogna tenere presente che i minuti peli urticanti presenti nelle capsule deiscenti possono provocare fastidiose reazioni allergiche ai frequentatori di parchi.