La Bibbia, l'Iliade, l'Odissea e l'Eneide sono i libri fondanti della nostra cultura. Il frutto proibito non è la mitica mela, ma una droga che ti fa vedere l'aldilà. Caino è vegetariano e fa l'agricoltore, Abele, il fratello buono, è un pastore che mangia gli agnelli. Va molto indietro nel tempo Giovanni Ballarini che in “A tavola con 101 protagonisti - Dalla mela di Eva alla cucina molecolare”, da antropologo, non scrive ricette ma cultura alimentare umana e, conoscendo bene la forza del mito, lo applica alla cucina e lo fa anche in questo suo ultimo libro.
Come idealmente invitati attorno a una tavola insieme a centouno personaggi, questo libro è una narrazione di storie vere con coinvolgenti racconti, oggettivi, precisi, leggeri e talvolta anche ironici dove si parla anche dell'uso di un ingrediente, di un piatto che nasce, dell'addio a una tradizione. Una galleria di quadri di storia e cultura, vissute nel mondo quotidiano di personaggi celebri, ma anche spesso dai più dimenticati, ognuno dei quali compreso nello spazio di cinquemila battute e per i quali l’Autore sperimenta nuovi linguaggi nella comunicazione di ciò che mangiamo.
Questo perché il cibo è un linguaggio denso di significati simbolici che l’Autore interpreta mettendo insieme il folklore, inteso come testimonianze orali, alla storia rigorosamente documentata. Ad esempio, Enea non inventa la pizza, ma la scopre, semplicemente perché nell'antichità non si usano piatti, ma si mangia su taglieri fatti di farinacci, una specie di pizza ante litteram che a fine pasto qualcuno consuma.
Molte sono le narrazioni e si scopre che qualche mito nasce, ma qualche altro muore. Le tombe etrusche sono piene di oggetti utili per la cucina dell'aldilà, come la grattugia e la rotellina della pasta, e se si indaga oltre si scopre che il lucumone Porsenna mangia le lasagne. Si viene anche a sapere che non è poi così scandaloso che Rosmunda sia obbligata dal vincitore marito Alboino a bere nel cranio del padre sconfitto, perché bere in un cranio era allora cosa usuale, anche se ad Alboino costò molto cara. Crespelle dolci, tigelle e cacciagione sono i piatti preferiti da Federico II, che ci regala i suoi ricettari. Poi ci sono le bufale: non è Maria Antonietta a dire «Se non avete pane, mangiate brioche», così come non è vero che «la regina Margherita mangia il pollo con le dita», una fake news di successo anche per la rima. Invece il sandwich si chiama così perché Lord Sandwich, ludopatico, per continuare a giocare si fa portare una bistecca fra due fette di pane. Camillo Benso conte di Cavour parla francese, pensa italiano ma mangia piemontese e ha il culto del Barolo, mentre Petronilla (Amalia Moretti Foggia), prima pediatra d'Italia fra le due guerre, dispensa consigli culinari sulle pagine del «Corriere» e il Presidente Luigi Einaudi propone a Indro Montanelli di dividere una mela a fine pranzo e a Ennio Flaiano di mangiarsi mezza pera ciascuno.
Un libro di intriganti intrecci narrativi su ciò che mangiamo e che partendo da Eva arriva alla cucina molecolare dei giorni nostri narrando cento e una storia, tutte da gustare.
Giovanni Ballarini
A TAVOLA CON 101 PROTAGONISTI
Dalla mela di Eva alla cucina molecolare
Cosmo Iannone editore, 344 pagine, 23 euro