I fautori dell'agricoltura verticale promettono una vera e propria rivoluzione nel mondo agricolo. Gli investitori stanno scommettendo sul suo successo, e molti analisti prevedono tassi di crescita notevoli nel settore. L’agricoltura verticale, infatti, risponde al desiderio di industrializzazione dell’agricoltura che molti investitori hanno sempre sognato.
Grazie a un ambiente chiuso e controllato, con l'agricoltura verticale si può chiudere quasi completamente i cicli dei processi. La presenza di agenti patogeni esterni può essere drasticamente ridotta, eliminando così la necessità di usare pesticidi. I sistemi chiusi dell'agricoltura verticale permettono di applicare i principi dell'agricoltura di precisione in modo estremo, rendendo i processi agricoli più prevedibili e gestibili, e possono fornire un’enorme quantità di dati utile a modellizzarli.
I veri punti critici dell’agricoltura verticale sono il costo dell’energia, in quanto l’agricoltura verticale non beneficia dell’illuminazione naturale, cosa che rende questa industria dipendente dall’industria dell’energia, e il costo del capitale, il cui rapporto con gli altri fattori è molto superiore a quella dell’agricoltura tradizionale.
Per capire gli sviluppi futuri dell’agricoltura verticale bisogna analizzare in che modo i principali megatrends potranno influenzarne l’adozione su scala globale. La convergenza di tecnologie digitali, genetiche, energetiche e dell’economia circolare è alla base dell’agricoltura verticale. Le tecnologie digitali, come l’Internet delle Cose (IoT) e l’intelligenza artificiale, permettono un monitoraggio e una gestione ottimali delle colture. Le tecnologie genetiche, anche grazie alla grande mole di dati che vengono raccolti, possono contribuire a sviluppare piante più adatte alla coltivazione verticale. Utilizzando principalmente energia elettrica, l'agricoltura verticale può sfruttare più facilmente le fonti di energia rinnovabile, soprattutto laddove si possa utilizzare l’energia in eccesso rispetto alla capacità di assorbimento della rete. Inoltre, è possibile il riutilizzo di acqua, Co2 e ossigeno.
Sotto il profilo politico, la deglobalizzazione, l’instabilità dei mercati e i conflitti potrebbero incentivare una maggiore quota di produzione locale per garantire l'approvvigionamento di cibo in situazioni di instabilità delle filiere tradizionali. Inoltre, l'integrazione dell'agricoltura verticale nelle città può ridurre la distanza tra produzione e consumo, contribuendo a un nuovo modello di sviluppo urbano.
Sul fronte sociale, c’è un crescente interesse per i prodotti senza residui. Tuttavia, potrebbe presentarsi un problema di accettabilità sociale: mentre alcuni consumatori abbracciano con entusiasmo l’innovazione tecnologica in agricoltura, altri sono diffidenti verso i prodotti che percepiscono come artificiali.
Sotto il profilo economico, l’economia dell’agricoltura verticale dipende da vari fattori, tra cui i mercati dell’energia, i sensori, i componenti idroponici e il controllo climatico. L’innovazione e le economie di scala nelle tecnologie della illuminazione, nella sensoristica e nelle tecnologie di controllo climatico e idroponico può ridurre i relativi costi.
Considerando anche che il range di colture praticabili in modo economico è limitato, dobbiamo comunque escludere che l’agricoltura verticale possa sostituire l'agricoltura all’aperto. Sotto questo punto di vista è necessario temperare l’ottimismo di molti. L’agricoltura verticale potrebbe essere però competitiva con le colture protette, risultando particolarmente vantaggiosa in aree dove acqua e suolo sono risorse limitate, e dove, come nei paesi del Nord, l’illuminazione è scarsa per una buona parte dell’anno. In conclusione, l'agricoltura verticale è un modello da osservare con attenzione, che potrebbe rappresentare una soluzione innovativa in specifici contesti e di fronte ai nuovi scenari.