Nassim Nicholas Taleb, nel suo libro "Il Cigno Nero" (2008), ha introdotto il concetto di eventi imprevedibili e di grande impatto che possono cambiare radicalmente il corso della storia.
Il libro di Taleb esplora il concetto di eventi imprevedibili e altamente impattanti che hanno conseguenze significative, ma che sono difficili da prevedere in anticipo e l’autore usa il termine "cigno nero" per riferirsi a questi eventi, ispirandosi alla credenza errata diffusa in passato che tutti i cigni fossero bianchi, fino alla scoperta di esemplari neri in Australia.
Nel libro, Taleb illustra come molte persone tendano a sottovalutare l'importanza di questi eventi rari ma devastanti, concentrando la loro attenzione su modelli e previsioni che si rivelano spesso inadeguati a prevedere tali situazioni. Taleb discute anche l'illusione della conoscenza e la nostra tendenza a credere erroneamente di comprendere meglio il mondo di quanto in realtà facciamo.
Attraverso una serie di esempi tratti da vari campi, dall'economia alla storia, Taleb dimostra come il concetto di cigno nero sia applicabile a una vasta gamma di fenomeni. Egli sottolinea l'importanza di essere consapevoli della presenza di questi eventi imprevedibili e di adottare approcci più prudenti e flessibili nel prendere decisioni, sia a livello individuale che istituzionale.
Inoltre, Taleb discute le implicazioni del concetto di cigno nero per la gestione del rischio e per la nostra comprensione del mondo. Egli suggerisce che invece di cercare di prevedere tutto, dovremmo concentrarci sulla creazione di sistemi robusti e resilienti in grado di adattarsi a situazioni impreviste.
In definitiva, "Il Cigno Nero" invita i lettori a riflettere sulla natura dell'incertezza e a riconsiderare le loro prospettive sulla gestione del rischio e della complessità. Taleb offre una prospettiva provocatoria e stimolante che ha suscitato un ampio dibattito e interesse da parte di professionisti, accademici e lettori interessati alla comprensione della casualità e dell'incertezza nella vita e nelle decisioni umane.
Più recentemente, Taleb ha anche parlato del "Cigno Grigio", eventi che sono prevedibili ma trascurati fino a quando non è troppo tardi. Nello specifico potremo dire che i cambiamenti climatici graduati, come l'aumento delle temperature medie o la perdita di habitat, possono essere considerati "Cigni Grigi".
In questo contesto, la comprensione e la gestione sia dei "Cigni Neri" che dei "Cigni Grigi" diventano quindi cruciali per affrontare il cambiamento climatico e mitigare i suoi impatti. La preparazione anticipata, la pianificazione resiliente e l'adozione di politiche di adattamento possono contribuire a mitigare gli effetti di entrambi i tipi di eventi, contribuendo a garantire la sicurezza e la resilienza delle comunità di fronte a un clima sempre più instabile e imprevedibile.
Applicando questi concetti alla nostra realtà delle nostre città e al crescente impatto del cambiamento climatico, emergono interessanti paralleli e importanti riflessioni sul futuro delle aree verdi urbane e, se si estende il concetto, anche sulle foreste.
Il verde urbano, elemento imprescindibile delle città moderne, svolge un ruolo fondamentale nella mitigazione degli effetti del cambiamento climatico. Tuttavia, come più volte sottolineato, non è, nei fatti, ancora adeguatamente considerato quando si pianificano le strategie di adattamento e mitigazione per fronteggiare le ondate di calore e le piogge torrenziali sempre più frequenti, che minacciano non solo la salute degli alberi e la biodiversità urbana, ma hanno effetti esiziali anche sul nostro benessere psicofisico.
Per questi motivi, le città devono prepararsi a fronteggiare eventi climatici estremi imprevedibili, cioè i "Cigni Neri" e i “Cigni Grigi”, che potrebbero avere conseguenze catastrofiche sul verde urbano e sull'intera infrastruttura delle città. Inondazioni improvvise, tempeste violente e incendi boschivi sono solo alcuni esempi di questi eventi che possono distruggere in pochi istanti anni di lavoro nella creazione e nella cura degli spazi verdi urbani.
Per affrontare sia i Cigni Grigi che i Cigni Neri, le città devono adottare approcci olistici e proattivi verso il verde urbano e il cambiamento climatico integrando la resilienza climatica nella pianificazione urbana, adottando politiche che favoriscano la conservazione e la creazione di spazi verdi multifunzionali. Questi spazi non solo offrono benefici ambientali, ma anche sociali ed economici, migliorando la qualità della vita dei cittadini e la capacità delle città di adattarsi agli impatti del cambiamento climatico.
Al contempo, è necessario promuovere la diversità biologica all'interno del verde urbano che, come ci dicono le ricerche più recenti, può aumentare la sua resilienza agli eventi climatici estremi e alle malattie delle piante. La piantagione di una pluralità di specie arboree e la creazione di habitat naturali possono contribuire a mitigare i rischi di distruzione da parte di malattie o parassiti.
Infine, è necessario che le città investano in infrastrutture verdi per la gestione delle acque piovane, come tetti verdi, giardini pluviali e zone umide artificiali, per ridurre il rischio di inondazioni e il sovraccarico dei sistemi di drenaggio durante le tempeste intense. Alcune lo stanno già facendo, altre purtroppo ancora non ci hanno neanche pensato.
Sappiamo che le aree verdi urbane possono essere un'arma potente nella lotta contro il cambiamento climatico (si pensi alle “sponge cities” cinesi), ma devono essere gestite con cura e pianificate strategicamente per affrontare sia i Cigni Grigi che i Cigni Neri. Le città del futuro devono abbracciare l'innovazione, la resilienza e la collaborazione tra settori per garantire la sopravvivenza e la prosperità dei loro spazi verdi in un mondo sempre più instabile e imprevedibile.