Ascoltare in un parco di Vienna musiche viennesi eseguite da un’orchestrina mentre si gusta una fetta di torta Sacher è una doppia Street Art, musicale e gastronomica? Allo stesso modo può essere Street Art a Napoli mangiare un verace piatto partenopeo, da una pasta a una pizza, mentre un piccolo complesso suona con un interprete di canzoni napoletane? Tradizioni antiche e moderne, anzi attualissime, non solo della musica ma anche il mangiare locale, possono essere considerate manifestazioni di Street Art, come vorrebbero alcuni ricercatori (A. Borghini, N. Piras – Eating Local as Public Art - Aisthesis 15 (1), 5 – 27 - 2022)?
Street Art, Arte di Strada o Arte Pubblica, è un concetto comprensivo di tutte le attività e manifestazioni artistiche aventi finalità pubbliche ed esposte in spazi aperti a tutti, trovando una loro collocazione all’interno del tessuto urbano penetrandolo. A partire dagli anni ’60 e ’70 del secolo scorso lo spazio metropolitano è ridefinito e destinato ad un uso pubblico che vede protagonista l’arte contemporanea in ogni sua manifestazione e declinazione, dalla musica, pittura e performance, monumenti e allestimenti degli edifici alle tipologie e qualità degli esercizi commerciali, ivi compresi quelli destinati alla vendita e al consumo degli alimenti come i ristoranti, trattorie e locali produttori e distributori di cibi da strada (Street Food).
L’arte si è spesso ispirata al cibo, in tutte le sue molteplici declinazioni legate al consumo privato, alla sfera pubblica e conviviale, in una relazione sempre più stretta specialmente da quando il cibo è diventato materia di design, fotografia e differenti performance. Allo stesso modo creatività, conoscenze, versatilità e abilità sono caratteristiche fondamentali nel mondo della cucina che, in fondo, ha lo scopo di nutrire il corpo e la mente. In questo modo una strada o un quartiere della città diventano uno spazio di fruizione di manifestazioni artistiche, tra le quali oggi si sta inserendo la gastronomia soprattutto di tipo locale e da quando il cibo è presente in ogni area della nostra esistenza e l’arte è un campo dove il cibo è per essa una fonte di ispirazione. Tra i luoghi pubblici urbani dove l’arte s’incontra con il cibo vi è per esempio il Mercato Centrale di Firenze, nato nel 1874 in occasione della Fiera dell’Agricoltura e ispirato alle grandi Halles parigine, e luogo d’incontro e di scambio, ma anche architettura e quindi arte. Ed in entrambi i casi, a fare da sfondo ci sono due delle città più belle d’Europa e del mondo, Firenze e Parigi.
Una svolta nella comprensione della Street Art avviene quando si inizia a considerare che in alcuni casi il mangiare locale può essere una forma di arte pubblica, in una rete di valori culinari legati a un intreccio tra il suo significato non solo nutritivo e gustativo, ma anche culturale, estetico e identitario. L’importanza di un riconoscimento della ristorazione e soprattutto di quella con piatti tradizionali locali come Street Art aumenta, considerando che attraverso questi ultimi passa la conoscenza e si diffonde l’apprezzamento e la promozione delle eccellenze alimentari locali come quelle dei prodotti tipici. Questo può avvenire soprattutto in città con forti presenze turistiche di diverso livello anche economico e dove divengono necessarie strategie per sostenere forme di arte pubblica.
Ma la Street Art del cibo esiste quando in tante città, in particolar modo quelle d'arte, per le strade e nelle piazze più affollate e turistiche anche del centro storico vi sono più persone insieme in modo provvisorio, disordinato che mangiano in bivacchi? Certamente no e anche per questo diverse città pongono divieti volti a tutelate il decoro cittadino.
D’altra parte una migliore politica di promozione del mangiare locale per attirare turisti in una determinata regione, comune o quartiere non può trascurare una promozione dell’arte pubblica dei diversi livelli e tipi di ristorazione, ivi compresi quelli degli Street Food. Inoltre odiernamente la pizza non è più soltanto uno Street Food ottocentesco napoletano ma è divenuta un piatto entrato nella gastronomia. Allo stesso modo i tanto bistrattati hamburger non sono più soltanto oggetto di rappresentazioni artistiche, ma sono entrati nei menù di celebrati grandi cuochi che hanno a loro dato requisiti artistici. Anche per questo le strategie per sostenere il mangiare locale (Street Food) come forma di patrimonio culturale in una determinata regione, comune o quartiere oggi possono iniziare a considerare i luoghi di ristoro pubblici locali di una qualità (non i bivacchi stradali!!) come punti di accesso per esperienze di arte pubblica, aprendo nuove strade di considerazione del ruolo artistico, sociale e politico del patrimonio alimentare e del suo uso gastronomico condiviso attraverso le forme locali di mangiare e cucinare. Come ascoltare in un parco musiche viennesi gustando una fetta di torta Sacher o mangiare un verace piatto partenopeo mentre un piccolo complesso interpreta canzoni napoletane, ma sempre in un preciso e adeguato ambiente urbano e non in un caotico bivacco stradale.