Nelle generazioni passate e quando si usava imparare poesie a memoria tra queste non mancava quasi mai il sonetto Pianto Antico (1879) che Giosuè Carducci (1835 – 1907) scrive per la morte del suo figlioletto Dante iniziando con L’albero a cui tendevi / la pargoletta mano, / il verde melograno / da’ bei vermigli fior. Un riferimento non casuale di un poeta che conosce i classici per i quali il melograno (Punica granatum) e i suoi frutti sono un simbolo della morte che inserita in un contesto funerario diviene un buon augurio, perché là dove c’è morte c’è pure rigenerazione. Senza approfondire questa e altre simbologie, studi recenti suggeriscono che il melograno è un "super frutto" ricco di benefici per la salute provocando un aumento della domanda del frutto e della sua produzione, purtroppo ancora limitata da disturbi fisiologici, problemi di parassiti e malattie, problemi post-raccolta e di conservazione che la ricerca agronomica sta cercando di superare.
Originario delle regioni mediterranee, il P. granatum è una delle antiche piante utilizzate come alimento e dal quale oltre al frutto si ottengono bevande, succhi, marmellata, coloranti alimentari, prodotti cosmetici tra cui shampoo e saponi da bagno con proprietà farmacologiche, terapeutiche e medicinali anche medicinali. Tradizionalmente e per generazioni il melograno è stato infatti usato nel trattamento di ulcere, diarrea e infertilità maschile e di recente si è dimostrato che questo frutto contiene composti attivi promettenti per il miglioramento, prevenzione e trattamento di cancro, virus, infiammazioni, obesità, diabete, malaria, fibrosi epatica, infezioni fungine e infezioni batteriche. Inoltre il consumo di melograno potrebbe essere utilizzato per migliorare il microbiota intestinale e quindi prevenire l'obesità e il diabete.
Molti sono i meccanismi d’azione farmaco-terapeutici del melagrano recentemente individuati, tra i quali il fattore nucleare eritroide 2-fattore 2 correlato (Nrf2), il fattore nucleare kappa B (NF-kB) e le vie di segnalazione della proteina chinasi attivata dai mitogeni (MAPK). L'estratto di melograno è un potenziale inibitore della proteina spike del Coronavirus e del recettore dell'enzima di conversione dell'angiotensina 2 (ACE2) che interviene a regolare la pressione arteriosa del sangue. Altri composti attivi contenuti nel melograno sono alcaloidi, antocianidine e proantocianidine, tannini, flavonoidi, composti fenolici, steroli, terpeni e terpenoidi, xantonoidi, acidi grassi e vitamina C. Alcuni studi clinici indicano che il melograno può alleviare la steatosi epatica non alcolica, la sindrome metabolica, le infezioni dentali e i sintomi della menopausa.
Una dieta ricca di frutta e verdura, tra cui il melograno, può fornire numerosi benefici per la salute, come la riduzione del rischio di sviluppare diverse malattie croniche. Tuttavia si ritiene che una migliore conoscenza della composizione del melograno sia di fondamentale importanza per lo sviluppo di nuovi farmaci naturali, come sono necessari ulteriori studi scientifici per valutare l'efficacia e la sicurezza dei derivati dal melograno negli animali e nell'uomo e sono indispensabili progressi della ricerca sui meccanismi d'azione delle diverse molecole contenute nel melograno per lo sviluppo di farmaci naturali.
Attualmente la coltivazione del melograno è limitata ad alcune parti del mondo per le specifiche esigenze di crescita della pianta e in molti mercati mondiali è difficile trovare melograni freschi. Oggi però nelle serre di ogni parte del mondo si possono coltivare melograni e questa produzione potrebbe diffondere l’uso del melograno creando anche nuovi posti di lavoro e producendo frutta fresca di provenienza locale. I coltivatori di melograni in serra sarebbero incoraggiati a venderli ai negozi di alimentari locali generando nuove coltivazioni locali che a loro volta renderebbero i melograni più accessibili, perché questo frutto di provenienza locale eliminerebbe la lunga catena di distribuzione globale.